Mi rendevo conto ieri, ripensando agli ultimi post, che c’è una cosa che so fare veramente bene, ed è scrivere di montagna. Questo è un blog di montagna in fin dei conti, e se ha dovuto fare i conti con le vicissitudini della vita, ritornare sui vecchi sentieri dà sempre soddisfazione. E così ieri mi sono fatta 400 km andata e ritorno e me ne sono andata a Chamonix. Con intenzioni miste. La neve, dalle webcam, stava in alto nei domaines skiables, probabilmente incollata con le unghie e con i denti viste le temperature (il meteo dava 23° di massima) per far durare la stagione fino a Pasqua. E io ero ormai rassegnata all’idea che quest’anno niente neve. Invece sono andata Tines, come sempre, ma mentre stavo per svoltare a sinistra per entrare nella frazione ho visto sulla destra le indicazioni viola dell’itinerario per racchette da neve, così con una ardita manovra e qualche maledizione da parte degli altri automobilisti, ho parcheggiato sulla destra e sono andata a vedere. E lì ho incontrato Tintin. Giuro. Non fatemi spiegare chi è Tintin, google esiste apposta e ho già dovuto farlo ai miei alunni (risposta aah, il cartone animato). Comunque il giovanotto (ragazzo?) che ho incontrato proprio davanti al cartello dell’itinerario, era lui sputato, ciuffo e pantaloni alla zuava di velluto compresi. Gli ho chiesto se c’era neve abbastanza per le racchette e mi ha risposto entusiasticamente di sì. Oddio forse un po’ ottimisticamente, in certi punti la neve era alta un dito e in altri nemmeno quello, ma nel complesso l’itinerario in mezzo al bosco di Tines (l’anello di Tines), abbastanza ben segnalato e attrezzato, teneva ancora, e aveva un bel panorama sui Dru, sulla Mèr de Glace, sulla valle, ed era un piacevole saliscendi, probabilmente percorribile anche d’estate in mtb. La temperatura era più che primaverile nel bosco, un po’ più ventosa fuori (il vento delle montagne). Il bello di Cham’ è che è più o meno sempre uguale (tranne i prezzi, ho paura, le mie andouillettes sono aumentate di un euro secco, e questo ha scatenato una discussione domestica a posteriori.)Nessun italiano, sollievo, molti bambini e anziani (siamo alle vacanze di primavera) , i soliti americani e scandinavi, e i tanti giovani che si divertivano all’après ski – birra , cockails, hot dog e musica a palla: al bar del Gustavia, all’Altitude 1904, all’M , al Le Choucas che domani fa il party di fine stagione. Siete avvertiti. La mia spalla ha retto bene, e la maledizione dell’inverno è stata sfatata (rapinatore, tiè)
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