Ieri sera era l’equinozio (sì la primavera astromica, da qui al 2100 e rotti è al 20 marzo e non al 21, non chiedetemi perché, che l’astronomia c’est pas mon truc) e oggi ho deciso di inaugurare una nuova rubrica, in sordina, non temete: UN LIBRO AL MESE. Un libro di montagna o quasi, di quelli che leggo, e non necessariamente quindi una novità, che come sapete, l’attualità qui viene fuori solo quando strettamente necessaria.
E quindi per coerenza il primo libro che vi consiglio (ovviamente perché l’ho letto, come tutto quello che si scrive qui sopra è tutto true and tested dalla sottoscritta) è quasi una novità, il nuovo libro di Franco Faggiani, L’inventario delle nuvole, (Fazi, 2023). E no, dato che devo scrivere ben tre recensioni per lavoro e non ho neppure iniziato, non mi sono messa a scrivere ex novo una recensione “seria”. Vi consiglio quindi di leggere quella di Davide Torri su Altitudini

(la copertina è tratta dal sito di Jeff Bezos, quando avrò i link affiliati, capiterà prima o poi, metterò anche il nome. Leggendo la recensione vi assicuro che vi verrà voglia di comprare il libro, che è quello che una buona recensione dovrebbe fare, tra l’altro).
Io invece ho combrato il libro, in versione e -book, per ormai le solite questioni di spazio, un po’ sulla fiducia. Avevo letto infatti il suo primo libro, La manutenzione dei sensi, che avevo e ho molto amato: soprattutto, avevo amato come i due protagonisti in qualche modo si ritrovassero nella solitudine, che è una cosa che cerco anch’io quando vado in montagna. Ve lo dico subito, i libri che mi parlano, fosse pure Guerra e pace che è uno dei miei libri preferiti, dicono qualcosa di me – è un’idea che mi ha trasmesso mio padre, e non devo giustificare su di essa un assetto critico, che tanto non è il mio lavoro.
Quindi mi parla Guerra e pace ma non tutti i russi in generale, le rime petrose di Dante, le poesie erotiche di Kavafis, Isaac Singer e Eric Maria Remarque, Pattini d’argento, Jane Austen e Proust.
In ogni caso, avendo letto un po’ di notizie su questo nuovo libro, mi intrigava il fatto che fosse ambientato in una parte del Piemonte da me poco conosciuta. Alla fine, in quella parte di Piemonte passerò le mie vacanze quest’estate (forse, che per il futuro non si sa mai). Ma non ditelo a Luisa