Domenica con il colosso

Ci sono delle volte in cui da sola sconfiggi le tue migliori intenzioni. Un paio di domeniche fa volevo scrivere ( perché le mie scadenze, ovviamente, non finiscono da sole) e tutto congiurava contro di me, nel senso che era tutto un vuoi uscire? Facciamo qualcosa? Ho cercato di dribblare, poi il cugino piacione si è piazzato davanti al Gran Premio, e Lulu dato che non stavo comunque combinando molto, mi ha tirato fuori di casa.

E mi ha detto, andiamo ad Arona? Che era precisamente il posto per cui avevo detto ad amica n. uno , no dai al mercatino vai tu

Vabbè

Le ho mandato un messaggio comunque, perché appunto non volevo fare brutta figura, e l’ha presa bene ( ci siamo anche parlate). Spoiler. No non ci siamo incontrate perché lei è ripartita quando noi con tutta calma siamo arrivate. Con i nostri tempi biblici. E con il traffico.

Tutte e due avevamo una mezza intenzione di tornare al Colosso, aka il Sancarlone, che è una statua di bronzo di San Carlo Borromeo ( alla sua famiglia apparteneva il territorio di Arona) alta trenta metri.

Ci si arriva a piedi in una ventina di minuti dal centro ( però l’ultima parte del Calvario è a fianco della strada), ma noi siamo andati in auto perché io ero ancora in versione anatra zoppa. E la statua era chiusa.

Il colosso dal cancello

Pagando i tuoi venti euro ( sì i santi non vengono proprio a buon mercato) puoi salire sulla balaustra- una aggiunta successiva e poi attraverso una scala a pioli arrampicarsi sino agli occhi, da cui si vede un bel panorama sul lago

Non crediate. Ci vuole un certo atletismo per arrampicarsi sulla scala di alluminio stile ferrata ( sarà che quando l’ho fatto ero una adolescente goffa…oggi sono un’anatra zoppa, andiamo bene)

Di fronte c’è la chiesa di San Carlo, barocca, a pianta quadrata (con la portantina del santo, che era pur sempre nobile).

Poi ci siamo fatte tutto il lungolago tra i resti del mercatino invia di smobilitazione e un grande luna park. E un forte vento ( non proprio di primavera)

E alla fine, siamo finite in una pasticceria , la Maison Morotti, dove abbiamo preso un ottimo aperitivo (io essendo un’anatra zoppa, ho bevuto)

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Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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