Tornare bambini

L’ho scritto già più volte, che finalmente mi metto a fare i conti con il passato. In realtà, non si tratta di nostalgia per una qualche fantomatica golden age; nemmeno per ciò che è bello e dolce della vita. Solo, venire a capo di esperienzze del passato, per andare avanti.

Però certe volte bisogna ritornare bambini.

Sono andata per la prima volta al Museo Oceanografico di Monaco, che ero, appunto, una bambina. L’anno in cui Ungaretti declamava i versi dell’Odissea (prima dello sceneggiato in cui la divina Irene Papas e uno sconosciuto attore albanese recitavano nei panni di Ulisse e Penelope). E io avevo paura delle murene. Ora le due cose non sono veramente collegate, o meglio si tratta di due programmi televisivi diversi: i viaggi di Cousteau, l’Odissea. E in uno dei documentari, era saltata fuori da un buco, la murena. E io mi ero presa uno spavento. Ora io con i pesci ho avuto problemi, da piccola. Non li mangiavo, perché avevo ingoiato la classica lisca. Non li ho mangiati sino all’adolescenza, quando durante una gita scolastica a Chioggia, di cui non ricordo praticamente nient’altro, ci portarono del fritto di pesce. E il resto è storia, per così dire.

Poi la balena/pescecane/capodoglio o che sia di Pinocchio (l’illustrazione sul mio libro era decisamente uno squaloà_§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§è (Pipisita passò e scrisse, e chi sono io per cancellare?) mi faceva anche più paura eccetera.

Nota sociologica: nella mia infanzia io trascorrevo le vacanze estive un mese in montagna e un mese al mare, e le vacanze invernali di solito da qualche altra parte. Per anni siamo andati a Sanremo, per questo con il ponente più ponente ho avuto sempre un certo feeling. Adesso (a parte le differenti condizioni di allineamento ferie) sarebbe improponibile.

Er murena

Così, ben sicura dell’autobus che mi ci avrebbe portato, sono sbarcata in place d’Armes e mi sono arrampicata sulla Rocca in una domenica insolitamente calda anche per settembre . 18 euro assolutamente ben spesi (ma niente riduzioni per noi over tutto, diamine?).

Ricordavo vagamente che l’acquario era nel sottosuolo, ma questo non esaurisce il museo- da questo punto di vista l’acquario di Genova è superiore. Il resto del museo è dedicato alle esplorazioni di uno dei Grimaldi, che si dedicò agli oceani, all’antartide e al mondo sottomarino ( uno dei curatori del museo è stato proprio Cousteau, infatti c’è anche il suo sommergibile e un’esperienza tridimensionale di quello che si prova a scendere con un batiscafo e c’è ancora lo scheletro della balena.)

E c’è anche l’educazione ambientale con l’ologramma del princioe Alberto che spiega come salvare gli oceani ( lui è un filo creepy – almeno io mi aspettavo che da un momento all’altro saltasse su a dire, ti prego Obi wan sei la nostra unica speranza, ma ho visto troppi film di Guerre stellari – quelli veri)

In ogni caso i molti bambini erano felicissimi di essere lì (in terrazza ci sono anche le tartarughe)

Quindi se siete in Costa Azzurra con i bambini sapete dove andare- poi non dite che amo Erode

(mi sono resa conto dopo – ho lo scoppio ritardato in tutto, che questo è il millesimo articolo del blog)

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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