Mentre nel natio Mandrognistan c’era una nebbia spessa come i batuffoli di cotone, io, lo ammetto, avevo voglia di sfuggire alla depressione da inverno padano
Come sapete, io amo l’inverno, ma nella Padana Tal l’umidità ti penetra nelle ossa in un modo tale da farti venire voglia di stare a casa ben rannicchiato sotto al plaid, e anche andare al cinema, se poi devi farti largo a colpi di machete nella nebbia per tornare a casa, richiede molta molta motivazione. Quest’anno, infatti, mentre metà del mondo fa i conti con un caldo più caldo del normale, qui siamo tornati, come quando ero bambina, a svegliarci e a non vedere la casa di fronte. Wow.
Così stamattina mi sono adeguatamente preparata, ho scaricato la mappa dal sito, ho controllato sull’edizione locale de “La Stampa” e mi sono fatta largo nella nebbia sino a Crodo. Per mera informazione, la nebbia finisce tra Romagnano e Ghemme, e dalle nostre parti è molto più fitta. Sul lago Maggiore c’erano 12 gradi, come a Cogoleto, e a Crodo otto. Wow.
Da alcuni anni una delle cose che Lulù vorrebbe fare nel mese di dicembre è visitare i presepi sull’acqua di Crodo, e io alla fine, dopo aver nicchiato un paio d’anni, ho finito per andarci da sola (“stronza, sei andata senza di me”, mi sono sentita giustamente dire al telefono. D’altro canto Lulù è molto più buona e solidale di me e ha passato questi ultimi sabati vendendo marmellate e altre cose varie per conto del canile di Tortona. Io ho messo mano al mio non particolarmente gonfio portafogli e ho fatto donazioni.)

Come si vede, sono moltissimi, circa una sessantina, e possono essere raggiunti sia a piedi sia in auto. Io a piedi ho visitato tutti i presepi del paese di Crodo, partendo dal centro e terminando in zona terme. Non vi dettaglio l’itinerario, perché la cosa, personalmente, che trovo più simpatica è proprio l’andare a zonzo, seguento i cartelli numerati disseminati in paese (e nelle frazioni) e scoprendo incantevoli scorci del luogo.
C’è ancora un po’ di neve, e altra, prevedono i modelli, scenderà intorno Natale, quindi se prevedete, come me, di non limitarvi alle strade asfaltate, vi consiglio di munirsi di scarpe adatte e soprattutto antiscivolo. Una cosa che per noi abituati all’umidità che ti scivola nelle ossa è sicuramente positiva è il freddo secco: sabato nel primo pomeriggio come dicevo c’erano 8°, molto più caldo che giù, e quando a sera la temperatura è giustamente precipitata, quasi non me ne sono accorta.
Nelle frazioni, se prendete l’itinerio per gli orridi di Uriezzo che ho descritto più volte (l’ultima qui ) trovate altri tre presepi, uno nella fontanella della cooperativa “L’erba büna”, uno nel lavatoio di fianco al ristorante, e una nella fontana nei pressi del ponte sulle caldaie del Toce, e naturalmente potete sempre partire dalla centrale di Verampio, come consiglia anche il depliant che potete ritirare in municipio a Crodo.
Sabato davanti alla parrocchiale di Crodo la Pro loco distribuiva generi di conforto, non c’era un grandissimo affollamento, la giornata come detto era splendida e a sera la luna quasi piena rischiarava le montagne. (lasciate un’offerta, per favore, che si occupano di tutto e sono davvero gentili e simpatici)
Dei presepi, opera dei ragazzi delle scuole e di privati, il mio preferito, va da sé, è quello a base di Crodino dei ragazzi della scuola elementare

A Domodossola tra l’altro, c’era un piccolo, simpatico, mercatino natalizio, così la mia voglia di Natale è stata soddisfatta (essere riconosciuta dal proprietario del ristorante “La Fugascina” di Mergozzo, è il top)