Allora, devo proprio fare un mea culpa pubblico: ho toppato. Quando sono andata agli Orridi di Uriezzo, questa primavera, non li ho, in effetti, visti affatto. La descrizione dell’itinerario che ho dato a giugno (cfr: https://alpslover.com/2021/06/26/in-cerca-di-portaluppi-ii-deviazione-gli-orridi-di-uriezzo/) è perfettamente corretta, peccato che degli orridi io abbia visto soltanto la prima “camera” dopo la scala metallica. Mentre Luisa e Tobia rimanevano in basso e io mi aggiravo nella camera per fotografare, sentivo le voci di due signori che ci avevano sorpassato e ci avevano anche chiesto indicazioni. Li avevo visti salire, e poi erano scomparsi. Così ho scoperto un passaggio, molto stretto, e perfettamente buio che conduceva ad un’altra piccola caverna e mediante un’altra scala metallica molto più altra portava ad un ulteriore canyon dove la luce disegnava strani contorni.
Da lì, un altro passaggio molto stretto conduceva ad una ulteriore piccola grotta.
Rispetto al passato, e grazie anche alle copiose piogge di luglio e dei giorni precedenti, il fondo degli orridi trasudava acqua e piccoli rivoli scorrevano ovunque.
Insomma una meraviglia.
Tornando abbiamo trovato gli stessi fotografi che erano agli orridi appollaiati sugli scogli delle Marmitte dei giganti per fotografare. VI PREGO NON FATELO. Scendere è ingannevolmente facile, ma ci sono stati tre incidenti in quello stesso posto, uno dei quali mortale. La corrente del Toce è molto forte, se si cade in acqua e si sbatte contro le rocce le conseguenze possono essere mortali. Noi stesse abbiamo assistito ad un salvataggio con l’elicottero del Soccorso alpino, se pur da lontano.
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