Domenica ha smesso di nevicare, e io, dopo un po’ di giornate al gelo e con le gomme da neve fresche da provare (su Giulietta, che è più nuova, dato che Meggie va con qualunque tempo anche senza gomme da neve, e infatti ha sguazzato senza problemi nel cortile lasciato poeticamente intonso dal padrone di casa dell’Istituto) ho deciso di andare al mare.
Se vi chiedete coome mai ho preferito il mare alla montagna, vi dico che passare da meno -2 (e anche meno…meno) a +10 comincia ad avere un certo fascino, per noi terza età, che dai tempi della Regina Vittoria notoriamente andiamo a svernare nei climi temperati.
Certo snobbare la folla della montagna per la folla del mare non sembra un’idea buonissima, ma anche qui, basta togliersi dalle località e dalle piste più battute. E c’è una ricompensa.




Sarà che molti si fermano sulla parte più battuta della passeggiata, sarà che tutti, chi più chi meno, fanno sport, e questo ci salva dal dover portare la mascherina (e dall’appannamento degli occhiali che l’accompagna in inverno), sarà che chi ha bambini si ferma in centro all’ufficio postale di babbo Natale (però non so se oggi potevi acquistare le focaccine fritte come l’altra volta), insomma anziché andare a fare nordic al cimitero e al gelo (con il rischio che il mio dente ballerino non regga sino alla data fissata per l’intervento che è molto in là nel 2022, Covid permettendo) adesso vado a farlo a Cogoleto.
Come ho già detto più di una volta, partendo dal porto di Arenzano si può andare, in pratica, a piedi sino a Varazze. Con dodici gradi. Con un vero tramonto di Liguria
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