E poi c’è il Tor

Franco Collè (foto Stefano Fante)

E poi, mentre Courmayeur dorme, qualcuno dalla piazzetta dell’Ange ha dato una bella sveglia al mondo, e non solo per la musica a palla e il frastuono dei badochis.

Franco Collè ha vinto il Tor des Géants, versione classica, in un tempo record : 66:43:57. Due volte un superuomo. E sì noi atleti da tastiera abbiamo aspettato le dirette giornaliere del duo Gadin e Parasacco ( ma perché hai le cuffie , eh sto seguendo il Tor), e chapeau proprio a chi c’era stamattina alle due ad intervistare Collè al Malatrà che una guida alpina guidava letteralmente su per una strada che già vista dall’alto ( io il Malatrà l’ho fatto dal lato migliore, cioè dalla Val Ferret a salire) è un notevole purgatorio.

Dietro c’è lo svizzero Russi, con cui ha passato quasi tutta la gara, e poi uno svedese e poi tutti gli altri ( la prima donna è nona assoluta e sta facendo il record femminile) Tranquilli però, che ci sono quelli del Tor des Glaciers, che se è possibile è ancora più lungo, e ne abbiamo almeno sino a giovedì.

edit di venerdì. 1. Ma Stephanie Cane? terza assoluta al Tor des Glaciers (quello delle alte vie tre e quattro, che non fa quasi nessuno) che è arrivata subito dopo i “gemelli diversi” Luca Papi (il varesino francese) e lo svizzero Jules Henri Gabioud che praticamente da La Thuile sono rotolati su e giù insieme. Ha detto che è stata durissima (ha viaggiato sempre da sola e un asino l’ha pure attaccata), ma ha dimostrato che si può fare e che le donne alla fine possono competere alla pari con gli uomini. Al Tor, se non lo sapete, la classifica è generale, maschi e femmine e poi ciascuno ha anche la sua competizione

2 Ma Silvia Trigueros Garrote? ha vinto tre volte di fila, ha mancato il record per poco, ed è arrivata tredicesima nell’assoluta del Tor classico. E qui non stiamo parlando di gente giovane…

3. Ma tutti gli altri? il bello dei due commentatori Silvano Gadin e Ivan Parasacco (soprattutto il primo)è che dopo l’arrivo dei marziani, si occupano della gente “normale” come me e voi (oddio, normale) quelli che arrivano mercoledì giovedì venerdì sabato entro le 150 ore prescritte . Per fare il Tor des glaciers devi avere fatto il Tor entro le 130 ore, e questo vuol dire gestire il riposo e il sonno (alle corte, chi vince, non dorme, o almeno riesce a fare riposini mirati di dieci minuti massimo). Diceva anni fa Giovanni Storti (quello di Aldo Giovanni e Giacomo) che è un finisher, che il vero problema del Tor è proprio questo, gestire il sonno. E poi, non è che corri sempre (Collè corre, la gente normale che viene intervistata strada facendo di solito cammina, almeno in salita e corricchia in discesa). Come dicevo, non è roba da teenagers.

4. Se volete seguire gli atleti potete andare sul tracking: https://owaka.live/tor450/ Io sto seguendo Giorgio Macchiavello, il giornalista de La Stampa. Al momento in cui scrivo, quasi a mezzanotte di venerdì, sta arrivando all’Ospizio del Gran san Bernardo. Finirà stanotte o in prima mattinata, ma ce la farà.(non vorrei mai tirargliela, per carità). C’è tempo sino a domani alle sei, tempo massimo 190 ore, sono rimasti, almeno a giudicare dal Tracking, una trentina. Per gli altri è caduta la mannaia del tempo massimo.

5. Se siete bergamaschi il Tor vi vien facile: il gruppo più numeroso di atleti viene da lì, ed è bergamasca, per dire, la seconda classificata Melissa Paganelli

Noi atleti da tastiera ci ispiriamo (lo dico davvero: vederli mi fa venire voglia di uscire)

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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