Anniversari

In questi giorni sono accaduti, per puro caso, due anniversari che sono pesanti per tutti, per chi vive di montagna, ma non solo.

Domenica 13 settembre erano giusto dieci anni che Walter Bonatti ci ha lasciato. Per chi era bambino/a negli anni Sessanta i suoi meravigliosi reportage su “Epoca“ erano un appuntamento irrinunciabile e una festa

In famiglia, mia zia nel piccolo paese dove abitava era abbonata ad “Epoca” e a me pareva che con quella rivista irrompesse un mondo più affascinante ed esotico di quello che si poteva vivere a Mandrognistan Ville e dintorni. Poi naturalmente, per chi aveva base a Courmayeur era una figura abbastanza familiare, e ricordo di averlo visto più volte, in anni più recenti anche con Rossana Podestà ( ricordo anche mia madre abbastanza scandalizzata che uno come Bonatti si fosse messo con un’attrice, ma mia madre, cui per altro non faceva nessunissimo effetto il fatto, ad esempio, che fossero tutti e due divorziati, era ovviamente una signora d’altri tempi). Mio padre poi era su a Courma la fatidica estate della tragedia Freney ( noi no, perché io ero a parere di allora troppo piccola per la montagna – ora ho visto neonati in carrozzina sullo Skyway ed è un’esagerazione anche questa). E naturalmente, ogni volta che capitava dalle nostre parti andavo a sentirlo.

Così, come potete ben capire, domenica sera ho visto la docufiction su Rai 1 Sul tetto del mondo. Walter Bonatti e Rossana Podestà. E ho acceso la tv che solitamente a casa mia è spenta o funzionante in streaming. E come potete capire sono partita prevenutissima, anche perché di Bonatti ho tutti i libri, anche quello che Rossana Podestà gli ha dedicato dopo la sua morte, Una vita libera, che sta sul tavolino nello studio insieme ad altri libri fotografici che mi piacciono.

E invece, alla fine, il docufiction non era affatto brutto, anzi raccontava in modo esauriente e anche appassionante non solo la storia d’amore, l’ingrediente necessario per attirare il grande pubblico, ma anche la vita di Bonatti, che emerge davvero con tutte le sue caratteristiche.

Epoca

Sabato poi, era anche un anniversario molto più pesante, i venti anni delle Torri Gemelle.

Tutti ci ricordiamo dove eravamo quel giorno. E anche se la memoria modifica e abbellisce il passato ( ricordate Rashomon?) dove eravamo allora c’è lo ricordiamo bene.

Io in particolare: ero in montagna. Per la precisione ero andata in montagna perché, nei primi giorni di scuola, non ero stata messa in orario e avevo avuto libero il martedì, anziché il mercoledì come al solito. Così io e mia mamma avevamo lasciato mio marito a casa ed eravamo andate in Valsesia. Avevamo lasciato l’auto nel parcheggio dell’Acqua Bianca, ora non si può più nemmeno in bassa stagione, e poi eravamo andate insieme sino alle Caldaie del Sesia. Da lì poi io ero andata a piedi sino al rifugio Barba Ferrero, praticamente senza incontrare nessuno, mentre mia madre restava più in basso. A raccogliere fiori, come sempre.

Era una giornata spettacolare ( da #oggiilcieloèblutrail se mai ce n’è stata una, e devo avere delle fotografie da qualche parte ) Tornando dopo le cinque mia madre che era seduta su una panchina riferisce che la radio ( le avevo lasciato le chiavi della macchina, la Mégane precedente a meggie) aveva parlato di un attentato, ma naturalmente lì in quota andava e veniva, per non parlare dei cellulari. Eravamo tornati, con l’intenzione di fermarci in un negozio a vedere delle maglie. E man mano che la radio ricominciava a captare in Fm la portata della cosa assumeva contorni sempre più tremendi. Le prime immagini le vedemmo nel negozio a Romagnano ( per la cronaca, Federico Cashmere, che non c’è più), perché la commessa aveva acceso la tv. Rimanemmo lì tutte e tre ipnotizzate.

Mio marito, che era a casa a fare le sue cose, non si accorse di nulla sino a sera, quando arrivai io ( e lo cazziai, naturalmente)

Edit del giorno dopo (sorry for the refusi, ma provate voi a scrivere sulla tastiera dell’Ipad con qualcuno che vuole dormire, e no la sua foto non ve la metto – aveva persino la boccuccia aperta)

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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