Dalla centrale elettrica di Verampio è possibile fare una deviazione naturalistica, e allo stesso tempo continuare ad apprezzare le centrali di Portaluppi.
Siccome alla centrale ci sono arrivata in auto, ho poi potuto parcheggiare in uno slargo proprio davanti alla centrale, a fianco del maneggio. Avevo già visto come un’altra centrale si trovasse a poche centinaia di metri e così ho proseguito lungo la strada, che dopo poco diventa sterrata, verso la centrale di Crego, che è più piccola, ma è visibilissima da lontano, soprattutto per la lunga condotta forzata che porta l’acqua dall’invaso situato in alto sulla montagna (lì, lo ammetto, non ho ancora capito se è raggiungibile o no, e da dove) dove si trova un secondo edificio. La centrale si trova oltre il ponte sul Toce, su un piccolo slargo e si può osservarla da tutti i lati, perché non è recintata. E’ ancora in funzione e da fuori si sente il ronzio delle macchine.
La decorazione è simile a quella di Verampio, anche se la centrale è stata costruita successivamente. Le grandi finestre hanno decorazioni pittoriche simili a rose dei venti, differenti e simmetriche, e finestrine simili a bifore. A fianco, molto danneggiata, la casa del direttore, con ancora tracce della decorazione originale. Come già detto le centrali elettriche all’epoca erano un sistema compiuto che prevedeva non solo gli edifici funzionali, ma anche quelli residenziali per dirigenti e maestranze.
Tornando lungo lo sterrato e seguendo le indicazioni si può arrivare alla marmitta del Toce e agli Orridi di Uriezzo, con una facile camminata di una quarantina di minuti (saranno molti di più se vorrete soffermarvi a ogni singola cascata)
Ci sono tre itinerari per raggiungere i diversi canyon quasi completamente privi di acqua. Il più noto parte dalla Parrocchiale di Baceno e scende a costeggiare lo sperone roccioso su cui è costruita la chiesa (dall’interessante facciata affrescata); il secondo è quello che sale da Verampio, costeggiando come dicevamo la centrale di Crego, raggiunge con una breve deviazione le marmitte dei giganti di Uriezzo (da lì attraversando il ponte pedonale si può tornare indietro facendo un anello, prestando attenzione alle greggi e ai cani da guardiania, ci sono i cartelli) e si unisce all’itinerario precedente all’Orrido sud. L’ultimo orrido, quello di Balmasurda è più a nord e non ci sono ancora arrivata. Tra l’altro ci sono indicazioni da Premia per scendere, ma come sempre il parcheggio è difficoltoso. Cercherò ancora.
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