Esci, cammina, ripeti

Una delle cose che preferisco, della montagna in generale, è la ripetizione. Tornare nei posti che amo di più significa scoprire ogni volta cose nuove e approfondire. La superficialità del turismo di massa non fa per me.

In questo week end di “ libera uscita”, mentre tutti si sono fiondati, anche nel natio Mandrognistan, nelle vie dello shopping, con quel meccanismo, un po’ provinciale, per cui dalla provincia sono venuti nel capoluogo, e i Mandrognistani, potendo, si sono riversati in altre più grandi città, io, seguendo felicemente la mia asocialità, me ne sono andata dove sapevo di non trovare nessuno, o quasi ( in tutto, otto persone in un’intera giornata, compresi un bambino e un cane)

Ero già stata sul Montorfano, un mio must del periodo natalizio, sino alle casermette della Linea Cadorna, per un sentiero che adesso, passando in macchina per andare a Mergozzo, ho trovato sbarrato: credo che siano le cave, presenti sul fianco della montagna, che si stiano mangiando sia quell’itinerario sia la palestra di roccia.

Comunque sia questa volta sono andata sino alla frazione denominata Montorfano, che si raggiunge proseguendo sulla statale per Verbania e svoltando prima della stazione ferroviaria. L’interesse per la frazione sta nella chiesa di San Giovanni Battista, una bella chiesa romanica costruita a sua volta sui resti di ben due basiliche paleocristiane, le fondamenta sono ben visibili, che sono una testimonianza dell’evangelizzazione della val d’Ossola nell’alto Medioevo.

Da lì, parte il sentiero che sale in vetta : ho in progetto di arrivarci alla prossima zona gialla, questa volta mi sono accontentata del primo belvedere, poi sono scesa perché volevo fare il sentiero del lungo lago, il sentiero Azzurro e non avevo voglia di fare il ritorno con l’eventuale buio (perché avevo scordato, tanto per cambiare, la frontale). In realtà il sentiero , panoramicissimo e molto remunerativo, si è rivelato nulla più che una piacevolissima passeggiata di meno di un’ora, rallentata soltanto dalla coperta di foglie di quercia e castagno, che in questa stagione sono scivolosissime: sotto, infatti, il sentiero lastricato era originariamento lo scivolo, o parte di esso, che serviva per trascinare il granito sino al trasporto, via fiume, lago, navigli, a Milano ( lo si vede nella seconda foto dall’alto). Si arriva nella parte alta di Mergozzo, da cui poi si scende in centro.

A tornare ci ho messo venti minuti in salita (perché in salita si scivola meno).

A Mergozzo non c’era praticamente nessuno, qualche bar aperto, ma non, o almeno così mi è parso, il mio locale preferito, cioè La Fugascina, sulla piazza. Così sono andata in panetteria a comperarmi la fugascina con la minuscola, che sono biscotti burrosissimi e sicuramente poco dietetici, ma chi se ne importa. E sono tornata a chiudermi in casa.

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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Una risposta a Esci, cammina, ripeti

  1. xenio72 ha detto:

    Aspetto dettagli per rifarlo con Giuseppe!

    "Mi piace"

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