Come giustamente dice mio marito, Chamonix sta diventando una zona gastronomicamente depressa. Lo si può vedere da tanti piccoli particolari anche negli alberghi, che evidentemente stanno realizzando tante piccole economie: anche nel nostro quattro stelle abbiamo dovuto chiedere lo shampoo perché il flacone era vuoto. Non si fa. Il menù del giorno della nostra taverne de Chamouny come dessert prevedeva una boule una di gelato, roba che persino Cercenà , che non è noto per la generosità dei suoi coni, si sarebbe vergognato. Per non parlare di Norbert, il cui Tagesmenu più un vero dessert a parte totalizzava comunque un conto inferiore. La crisi c’è, anche se i francesi si sforzano di non farla vedere. In Austria i conti sono evidentemente più positivi. Però il panorama è sempre mozzafiato. (Sa, diamo la colpa ai russi e agli americani che non sanno distinguere un petto di pollo da un pezzo di legno…)
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