Dato che come sapete evito la folla, sono sul lago di Garda. Il posto più ovvio per evitare la folla, specie nei week end di primavera (quando orde di tedeschi scendono giù dall’A22), per loro avevo fatto un apposito post (qui , questohttps://alpslover.com/2021/09/23/il-lago-di-garda-ad-uso-del-turista-non-medio/)
Aggiungo solo: usate le piste ciclabili dannazione!
Lo so zigzagano da una parte all’altra della statale ma sono molto sicure e pure belle: e le auto si fermano agli attraversamenti . Poi se volete lamentarvi dei prezzi avete anche ragione, tutto abbastanza caro. E se volete lamentarmi della folla … fate come noi)
Ieri sera siamo uscite tardi e tornate molto più tardi: avevamo mangiato una cosa buonissima a Peschiera da Marco e Daniela Time, ma abbiamo scoperto che come dire digerirlo era una faccenda seria così siamo andate a Sirmione e fotografato l’heure bleu in tutte le sue sfumature sinché il sole è tramontato.
Mentre stavamo rimirando un hotel a molte stelle siamo state superate da una signora anziana che saliva spedita con i suoi bastoni da nordic. Constatando tristemente che ormai facevamo due gambe in due ( due anatre zoppe volendo), abbiamo girato verso la chiesa di San Pietro Mavino e ci ha attraversato un gatto. Oh micio sei solo? Stai bene? Ma dai guarda che pelo lustro starà andando in giro…
Poi un altro. Poi due rossini ( mamma e figlio? ) che si fanno accarezzare. Poi vedo una specie di casetta ma in effetti il mio cervello non la registra del tutto perché la chiesa è aperta e si vedono gli affreschi. Entriamo e dentro c’è la signora.
Attacchiamo a parlare, o meglio come al solito attacca Luisa e la signora in realtà è suor Esperanza , una suora comboniana, che vive in un piccolo alloggio accanto alla chiesa, ci parla della chiesa e degli affreschi e dei gatti, perché una micia giovane saltella vicino all’altare e si nasconde tra le nicchie.
Sono una colonia censita e protetta dal comune di Sirmione, che le fornisce umido e crocchette e anche la casetta per ripararsi ( la micia giovane- non ho capito bene il suo nome perché tutti hanno un nome – invece credo stia per lo più con lei).
Suor Esperanza è davvero simpatica e ci ha trattato come amiche : ci ha raccontato del piccolo piacere di mangiare una pizza speciale, della visita delle consorelle, della strada da fare per tornare a casa e dei punti panoramici. E dei gatti. Buona vita a lei ( good vibes in quel luogo a tonnellate)


