Dopo essere arrivate intirizzite a Monte San Savino e passato il sabato sera a sbrinarci, restava da vedere cosa fare di noi la domenica. Dopo una bella dormita, una buona colazione e un saluto ai gatti, ai cani e al nostro padrone di casa ci siamo divise. Viola e la mamma sono tornate in Liguria e noi tre abbiamo pensato a cosa fare. L’idea originaria era di fare un salto a Cortona, che nessuna delle tre aveva mai visto, ma paghe del freddo patito il giorno prima e con la prospettiva di a long journey home abbiamo rinunciato. E così abbiamo deciso di concludere la nostra gita in Toscana, dove comunque c’è così tanto da vedere da non saper letteralmente dove girarci.
Alla fine abbiamo optato per vedere la Madonna del Parto di Piero della Francesca a Monterchi, che si trova a pochi chilometri da Monte San Savino e dove siamo stati accolti da una spruzzata di neve lungo la strada. La Madonna ha una storia curiosa alle spalle. Fu dipinta da Piero per una cappella di campagna ai piedi del paese di Monterchi, che è su una collina ed è il paese natale della madre di Piero. Dovrebbe risalire alla seconda metà del Quattocento e non si sa perchè, essendo già famoso, abbia deciso di fare un affresco in un posto che già allora era abbastanza sperduto. Quella povera cappella ha avuto poi una storia abbastanza travagliata, ampliata nel Settecento, rimaneggiata, l’affresco è stato staccato e spostato e ne hanno perso un pezzo (che l’imbianchino dell’epoca aggiustò con qualche pennellata di colore…), poi c’è stato un terremoto, insomma adesso è in una scuola media (di epoca molto fascista) ed è lì in mancanza d’altro: non si può ricollocarla nella cappella originaria ora del cimitero, perché non andrebbe più nessuno a vederla, non si può metterla a dimora nella chiesa che si trova proprio di fronte alla scuola, perché l’edificio non è sicuro, la Diocesi vorrebbe spostarla a Sansepolcro – perchè il quadro tecnicamente è di proprietà della diocesi – i montarchesi si oppongono, la sovrintendenza tace e insomma si è in uno stallo alla messicana dal ’93.
E questo è lo stato del patrimonio artistico in Italia.
Monterchi è un delizioso paesino medievale, ma è praticamente disabitato: anche l’impiegata del museo ci ha detto che non abitava lì, e non c’era nemmeno un bar aperto. Non capita spesso, ma quel giorno lì non abbiamo trovato nulla da mangiare.
Ma la Madonna del parto è una meraviglia, da lasciarci a bocca aperta, per la costruzione, per le simmetrie, per i particolari (i bottoni slacciati dell’abito per accomodare il ventre), per i colori. Siamo rimasti a guardarla un’ora senza essere disturbati – perchè naturalmente non c’era nessuno. Nelle altre sale del museo, che si vede benissimo essere una scuola, la storia dell’affresco e delle sue vicissitudini, compresa quella di essere stato dimenticato per secoli, sono raccontate molto bene. Sette euro molto ben spesi. (Se siete interessati , Carlo Ginzburg ha scritto anni fa un libro su Piero, che Adelphi ha recentemente ripubblicato.



Così, in un limpido pomeriggio invernale , ce ne siamo tornate a casa