Quello che non si vede

Non volutamente messo immagini, se non due, che sono su Instagram, ma in mezzo al lavoro e con la prospettiva di parecchie rogne varie da affrontare- e le tasse da pagare- ho deciso, potendo, di staccare.

L’idea era di fare qualche giorno di mare e una bella escursione. Ho in corso d’opera deciso di cambiare destinazione di escursione e risalire la vallée de la Vesubie con le sue gole, che a detta della guida sono molto belle – ed è vero- e camminare lì.

Maps me dava strade e sentieri che finivano nel nulla, ma ho dato la colpa al wifi del Residence Chateuneuf ( il mio Résidence, che ormai considero una sorta di seconda casa permanente, perché, santi subito, che un buco me lo trovano sempre, ed è bello, in centro e con il parcheggio privato)

Come sempre to cut a long story short aveva ragione Maps me e non era il wifi (purtroppo)

Le strade interrotte e il paesaggio sempre più lunare che incontravo man mano si univano alle case sventrate, a pezzi di asfalto e di pavimenti penzolanti a e ai manifesti di protesta dopo Roquebillière e avevano un unico denominatore: la tempesta Alex del 2020

Se la terribile tempesta, che vi ricordo ha portato via anche la strada a ridosso del colle di Tenda, che è ancora non transitabile, passata l’emergenza è scomparsa dai titoli dei giornali, come da noi Vaia d’altro canto, è ben presente nelle necessità del territorio. E’ ancora lì.

Una parte delle strade e dei ponti sono già transitabili, ma i sentieri sono sicuramente non in cima alle priorità. Soprattutto, dappertutto si vedevano, letteralmente, pezzi di montagna franati a valle – se siete mai stati nei pressi della diga del Vajont e avete visto la frana del Monte Toc, capite cosa intendo: è la prima cosa che letteralmente mi è venuta in mente.

Comunque è vero che Saint Martin Vesubie è un piacevole paesino di montagna con una chiara impronta medievale: in quaranta km passi dal livello del mare a 1000 metri e la differenza si vede. Il paese è arroccato lungo la rue Cagnoli, tutta in pendenza, con il suo canalino scavato per convogliare le acque in caso d’incendio. Ci sono diverse belle chiese, ma più che la parrocchiale settecentesca mi è piaciuto l’Oratorio dei Pénitents Blancs, che ha uno splendido altare del Seicento. E la natura intonrno è davvero splendida. Il mio itinerario parte (partiva?) dal lago artificiale di Boréon, a qualche km dal paese, dove c’è anche un centro di documentazione sul lupo e un parco zoologico, e risaliva il vallon des Erps, ma boh, ho camminato nel bosco per un po’ senza meta, e c’era un totale silenzio, che se paragonato alla folla di escursionisti che ho trovato a Finale, giusto un giorno prima, era ancora più inquietante. Così non mi è rimasto che tornare al lago che ha acque davvero cristalline e stare a guardare i pescatori (uno ha anche acchiappato una trota)

il pescatore fortunato

L’altra ragione per cui ho scelto la Vésubie, dicevo, sta nelle sue gole, attraversate da una strada sinuosa che a volte scompare sotto le rocce, tanto belle da far dimenticare le curve della strada (la guida Michelin, sempre poetica). Uno scenario perfetto per un film di 007, se resuscita.

manca solo la Aston martin

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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