Finalmente ho passato tre giorni camminando, e senza fare un trekking….Come ho già detto io e Luisa siamo andati alla ricerca di un posto nuovo, e abbiamo scoperto il lago Sirio, vicino a Ivrea, uno dei diversi laghetti glaciali nascosti nella Serra d’Ivrea, l’antica morena del ghiacciaio balteo. Scoperto su internet, anche, che il perimetro del lago era di circa tre km, quindi una piacevole passeggiata.
Arrivarci, ci siamo arrivati abbastanza facilmente e abbiamo lasciato l’auto nei pressi del parcheggio a fianco dell’area sosta camper “Sirio”; siamo scesi in riva al lago, abbiamo interrogato un gruppo di locali decisamente con un look più sportivo del nostro, e avuto la conferma, come per altro era già chiaro da Maps.me, che non c’era un vero e proprio sentiero che facesse tutto il giro del lago.
Pazienza, abbiamo iniziato comunque a passeggiare fotografando il lago, le papere, il castello di Montalto Dora, i cani che passeggiavano (tanti cani che passeggiavano) e alla fine ci siamo ritrovate sulla strada asfaltata. Siamo arrivate sino alla Società Canottieri Sirio (dove per entrare c’era un tornello, probabilmente per tener lontani i plebei come noi che volevano avvicinarsi al lago a sbafo), e poi siamo tornate indietro (altri cani, altre persone).
Abbiamo preso un caffè allo chalet Moia, che aveva appena riaperto dopo la pausa invernale, dove la gentilissima titolare ci ha chiesto il Green pass anche per sederci all’aperto e poi ci ha raccontato un po’ di cose, ad esempio che in estate il lago è un vero e proprio centro balneare e che nei boschi circostanti c’erano un po’ di sentieri e di luoghi panoramici – e soprattutto, che, potendo, in estate nei week end c’è una gran folla e quindi per noi asociali è meglio l’infrasettimanale. Ce ne siamo andate augurandole ogni bene e abbiamo preso lo sterratino che costeggia il lago sino alla piattaforma (chiusa) e poi sino alla svolta a fianco del ristorante “Il cigno”, chiuso pure lui, scoprendo che la stradina asfaltata che costeggia il lago in realtà è percorribile solo dai residenti. Quindi abbiamo camminato insieme a joggers in maglietta, per ritrovarci non molto lontano da dove eravamo partite (ossia il sentiero per il cosiddetto Roccione).
Alla fin fine, contachilometri alla mano, il giro del lago lo abbiamo fatto due volte. In ogni caso, i laghi di Ivrea sono tutti da scoprire ( qui c’è la descrizione di un itinerario che direi vale la pena di affrontare e che ci è anche stato consigliato dal gruppetto di locali).





Siamo ripartite ad un’ora decente e poi ci siamo perse intorno a Ivrea. Ora, in tutte le sei o sette volte che mi è capitato di dover uscire da Ivrea, ad eccezione della direttrice val Chiusella – Cuorgnè- Ceresole, mi sono persa. Sempre, sempre, sempre. Come essere nel triangolo delle Bermude. Una volta mi sono persa talmente bene che ho preso l’autostrada a Scarmagno. Spiegatemi il perché. Il navigatore si è messo a fare cose strane, la cartellonistica è quella che è, e prima di ritrovarci sulla strada giusta abbiamo perso una ventina di minuti buoni.