Se Torino è una città di montagna suo malgrado, Briançon è una città di montagna veramente .
Ci sono stata diverse volte, la prima con mia madre, poi con il cugino piacione e poche settimane fa con un’amica (anche qui, mai una volta che ci fossero sette soli), e tutte le volte mi ha sempre interessato.
Mi piace per il suo aspetto un po’ decadente (certo, si potrebbe anche dire abbastanza in rovina): un po’ perchè ricorda i fasti del passato, un po’ perché a noi italiani fa pensare, oh, anche i francesi lasciano andar giù le cose e le case, proprio come noi. La foto che vedete in basso a destra, della rue du Commandant Carlhan, è un perfetto esempio di quel che dicevo, con i gradini sconnessi e l’asfalto, che pare d’essere a Mandrognistan Ville dove abitualmente fanno le cose con i piedi. Questa via , tra l’altro, conduce alla Collegiata di Notre Dame e St Nicolas, che è la chiesa cattedrale della città.
Questa volta a differenza delle altre siamo andate per i forti, sino al panoramico fort du Chateau (la statua che vedete insieme alle antenne non è San Michele, ma la Repubblica, anche se dal basso è molto facile confondersi). Da lì siamo scesi ad una terrazza panoramica e poi allo scenografico ponte d’Asfeld, voluto da un comandante della piazza per unire la città fortificata di Vauban con i forti superiori. Il ponte scavalca la gola della Durance ed è decisamente panoramico. Poi siamo tornati dalla porta Durance e abbiamo fatto ancora tutto il giro delle mura sino alla Porte de Pignerol che è l’ingresso principale della cité Vauban.
Per una volta ci siamo accontentati delle bottegucce della città vecchia, che sono tutte concentrate nella Grand Rue. C’è anche una piacevole zona pedonale nella città bassa, vicino al parco a fianco della Durance, e all’imbocco della strada dell’Isoard, ma come si dice, non ci siamo avvalsi (il formaggio lo abbiamo comperato al supermercato).
Naturalmente, prima della chiusura invernale, la salita in bici all’Izoard è de rigoeur, se quello è il vostro sport.