Ho fatto questo itinerario in auto, ma almeno da Valdo è parte di un più lungo cammino, il cammino del Gries, come si vede dal cartello indicatore nelle storie di sabato scorso.
Che lo si faccia a piedi o in auto in questo modo si ha la consapevolezza di quanto la Val Formazza sia, dal punto di vista dello sfruttamento idrico, un sistema integrato, lo era in passato e lo è ancora , quando una centrale nuova, poco sopra Valdo, ha sostituito i due snodi più piccoli di Valdo stesso e Sottofrua.
A metà valle, la centrale di Cadarese, subito prima del paese, è ancora in esercizio e perfettamente conservata, anche giardino e fontana, sempre presenti per l’impostazione monumentale data da Portaluppi, sono meglio conservate che altrove. La struttura è più massiccia, quasi riminiscente di una abitazione Walser e con le consuete decorazioni di lampi e fiamme

e di trasformatori usati come elementi decorativi. I due edifici successivi sono in condizioni più decadenti: quello di Valdo, che conserva ancora tutti gli elementi originali e che si trova in mezzo al paese, è stato sicuramente utilizzato come deposito; a Sottofrua, in una posizione molto scomoda, se siete in auto, subito prima delle gallerie, non è facile riconoscere come ex centrale elettrica quella che ora è una casa vacanze di una organizzazione religiosa.
Dale fotografie è facile notare gli elementi comuni a tutte le centrali elettriche di Portaluppi, soprattutto nella decorazione delle finestre. Nella foto a destra, anche se schiacciata dalla prospettiva del grandangolo, si vede la grande cascata del Toce, che già da inizio secolo fu sfruttata per la produzione di energia idroelettrica. Ancora oggi, in estate la cascata viene aperta o chiusa secondo un orario preciso, che trovate facilmente su internet.
Se siete fortunati da trovare un modo per parcheggiare l’auto, proprio dalla centrale dismessa di Kastel a Sottofrua è possibile allacciarsi al sentiero che risale sulla sinistra (idrografica) sino alla cascata, molto remunerativo e panoramico. Ci si ritrova sull’ampio piazzale dove c’è l’albergo Cascata, un altro edificio progettato da Portaluppi, e dove c’è la passerella panoramica che si sporge sulla cascata.
Arrivati a Riale non è finita: l’intero bacino alle spalle delle case ospita diversi laghi artificiali, tutti facilmente raggiungibili dal fondovalle: il lago di Morasco, il lago del Toggia e il lago del Castel. Alla diga di Morasco, una targa ricorda (o meglio ricordava quando ci sono stata sette anni fa) proprio l’operato di Portaluppi nella zona.
Anche qui i Valdesi hanno lasciato traccia almeno nella toponomastica o sbaglio? Valdo…
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