Cose da fare in primavera 2 (prima che sia troppo caldo e tra un diluvio e l’altro)

Premetto, per pigrizia non ho ancora scaricato le foto: molta pigrizia, dato che sono di domenica scorsa. Quindi per la galleria di foto rimando ad un prossimo post.

Fra le cose da fare in primavera, sicuramente, ci sono le esplorazioni degli Appennini, che diventano però un po’ troppo afosi in piena estate: si tratta per lo più di itinerari in cresta, dove il sole, in estate, è piuttosto potente.

Stranamente in tutti questi anni di vita, la mia famiglia ha sempre un po’snobbato gli Appennini, probabilmente per mere ragioni logistiche: mio padre non guidava. E arrivare sino a Casa del Romano, in fondo alla val Borbera, e sul versante ligure (siamo nel comune di Fascia), richiede in auto quasi due ore (con lo stesso tempo vai a Courmayeur, o direttamente in Francia) di strada provinciale stretta, ondulata, piena di buche, e spesso priva di protezioni. Una favola.

Probabilmente questa è la parte più faticosa dell’intera giornata. Una volta raggiunta la Casa del Romano (albergo ristorante dove, mi assicura la solita fonte fidedigna che mangia fuori più di me, si possono gustare eccellenti manicaretti), si parcheggia, e si prende a fianco della casa l’imbocco del sentiero 200, si supera la cappella di San Rocco, l’osservatorio astronomico, e seguendo i cartelli si prosegue in leggera salita sino a trovarsi sullo spartiacque. Il sentiero in falsopiano, ottimamente segnalato, rimane quasi sempre sul versante ligure, ma è possibile affacciarsi facilmente verso il versante della Val Borbera, a nord, mentre verso sud, man mano che ci si avvicina alla vetta dell’Antola compare il lago del Brugneto). Dopo il passo tre Croci, si passa al di sotto della vetta del Monte Tre Croci, si entra nel bosco e ci si ritrova sull’ampio costone della vetta del Monte Antola, da cui si vede benissimo la croce di vetta.

Ecco, io mi sono fermata più o meno lì: perché la bella pensata di scapicollarmi in fondo alla Val Borbera l’ho avuta nel primo pomeriggio di una bella domenica di sole, quindi sono arrivata nei dintorni di Fascia quando ormai le persone stavano abbandonando i luoghi. Non è stata una cattivissima idea, però: alle strette c’erano ancora le auto parcheggiate sin sugli alberi, e qualcuno alle prese con improbabili grigliate (per cena?), segno che il rilancio turistico del posto sta funzionando alla grande. Il bello è, però, ritrovarsi quasi da sola sui sentieri, con il sole in fronte ma non molto forte (per gli altri, meglio muoversi la mattina in modo, all’andata e al ritorno, da aver sempre il sole dietro alle spalle), e la temperatura più mite. Approfittando anche delle ormai lunghe ore di luce sono tornata a casa che il cielo era ancora chiaro: e ho potuto vedere due numerosi gruppi di caprioli, una volpe e una bella leprona (che spero non sia diventata la cena della volpe).

Se volete una descrizione più seria (ma in effetti non più precisa, è tra l’altro una descrizione invernale, vi indirizzo al sito del parco dell’Antola)

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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