“Il giorno in cui non sarete attaccati, attaccherete voi il nemico sul far della sera, ma dovrete preparare accuratamente le vostre imboscate in anticipo. Sarà necessario attaccarli di sera, affinché la notte vi isa favorevole in caso di bisogno.”*
“Ma vi prego ancora di novo di lasciarvi venire l’enemico tanto prosimo che si potrà, dinansi che entrar nel combat, l’uno per scovrir li ofisiali, l’altra per non mancare li vostri colpi. Provato che abi una volta, dico gli piglarete con piasere incomparabile”**
“Nessuno sparerà alcun colpo di fucile se non necessario per non sprecare le munizioni di guerra. I trasgressori pagheranno una lira alla compagnia”***
Il ricordo del 25 aprile quest’anno risale in realtà agli anni 1685 -1689, prima del Glorioso rimpatrio: sono le Instructions pour attaquer les vallées avec les armes di Giosuè Janavel (Gianavello in Italiano), pubblicate integralmente da Claudiana a cura di Luca Perrone e Bruna Peyrot. Il testo originale si trova in Archivio di Stato a Torino, e solo alcuni anni fa fu esposto alla Fondazione Valdese a Torre Pellice. Un testo dimenticato per secoli, ma molto attuale e utile. Janavel guidò la resistenza dei valdesi in valle Angrogna dopo le Pasque piemontesi, lui che era un (presumibilmente) agiato contadino di Rorà.
Una resistenza efficace: in valle Angrogna, dove sono stata negli scorsi mesi per vedere come erano i nostri tumpi in veste invernale, i valdesi riuscirono a ricacciare i piemontesi ben due volte , e ottennero una tregua, grazie anche al “sacrificio” di Janavel che accettò l’esilio a Ginevra, dove morì. Non partecipò al Glorioso rimpatrio, perché troppo anziano, ma ne fu l’ispirazione. E scrisse i consigli per i giovani che sarebbero tornati indietro in armi
Secondo Bruna Peyrot le Istruzioni sono un testo totale, che riguarda un’intera comunità sia dal punto di vista morale e politico (non tutti condividevano il radicalismo di Janavel e del pastore Léger ed erano più disposti, come poi accadde, al compromesso). E tuttavia la figura di Janavel (e i suoi banditi , eh sì) resta un esempio di coerenza, un anello di memoria per un’intera comunità (e sì anche l’autore del primo manuale di guerriglia della storia)
*1685
** 1686
*** Réglement à observer dans le corps de garde (1686)
Partigiani loro, certo. Partigiani noi? certo.
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