
Comincio a sentire quella spiacevole ansia che chi è malato di montagna come me inizia a percepire quando è da troppo tempo separato dal suo bene. Per l’esattezza dal…rapido check nell’archivo fotografico…ops 1 novembre scorso. 29 giorni. Nemmeno un mese.
Aver cambiato colore da oggi, e aver visto diminuire abbastanza consistentemente il numero di contagi nel natio Mandrognistan (ma non il numero di persone di mia conoscenza contagiate, in quarantena, e in almeno quattro casi purtroppo morte) non serve a nulla. Siamo sempre confinati nel nostro comune sotto il livello del mare. Tecnicamente, non posso andare nemmeno al cimitero (ai cimiteri) che sono tutti ben al di là del comune.
Sul mio solito pranzo di Natale ho già fatto una croce , perché sono i miei ospiti a venire da fuori solitamente, e io non potrei andare da loro in ogni caso. Qui potrei forzare un po’ la mano ai congiunti, anche perché continuano a invitarmi a pranzo, e in questo sono fuorilegge da un po’: considerate che mi tolgo la mascherina praticamente davanti alla loro porta, dopo tre piani di scale. Uno dei congiunti mi ha aiutato con la cantina sabato mattina e sia io sia lui avevamo la mascherina, che poi in casa non ci mettiamo. Va beh.
Sulla Messa di mezzanotte, l’unico veramente fissato da queste parti è monsignor vescovo. E’ la messa dei Vip (sindaco prefetto questore e quelli che vogliono farsi vedere): c’eravamo andati con mio marito e il cugino Alberto il primo anno del suo insediamente, a sentire il pontificale cantato anche da mia cugina. Poi ne abbiamo fatto a meno: eravamo andati a letto, tra una cosa e l’altra, alle tre. Mia cugina e il coro continuano a cantare stoicamente il pontificale, ma io sono stata dispensata da anni. Gli altri partono tra le 21 e le 22. Monsignor vescovo sta guarendo dal covid e chissà che quest’anno rinunci alla messa fiume. Il coro, dal canto suo, assai responsabilmente da mesi evita di schizzare droplets sui fedeli contingentati.
Oggi avevo intenzione di comperare qualche regalo di Natale, e sono passata in auto all’esterno della via principale, della vasca, dello struscio, così ci capiamo. Ho dato un’occhiata e ho lasciato perdere, e mi sono rifugiata, a comperare la lettiera dei gatti ma non i regali di Natale, in un anonimo supermercato di periferia, dove c’era molta meno gente (quello che vedete in foto è il parcheggio).
Prometto, però, che dopo Santa Lucia, quand la giornà as longa al pas dla furmia, scappo. Evado
ah ah ah
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