Se ancora non ci credete – 3. Dalla teoria alla pratica

Venerdì 18, a Milano Montagna, ho assistito ad una interessante conferenza di Valentina Bosetti, intitolato Strategie per il cambiamento climatico. La prof.ssa ha iniziato parlando dell’ Intergovernmental Panel On Climate Change (IPCC), un organismo delle Nazioni Unite fondato nel 1988, cui attualmente partecipano 195 paesi membri dell’ONU. Il sito spiega che  i governi partecipano al processo di revisione e alle Sessioni plenarie, in cui vengono prese le decisioni principali sul programma di lavoro dell’IPCC e le relazioni  scientifiche sono accettate, adottate ed approvate in modo da fornire ai governi e ai decisori politici tutte le informazioni necessarie in materia di cambiamenti climati.

In altre parole, tutto questo che sta scritto nei report, generali e parziali (l’ultimo è uscito lo scorso settembre e si intitola Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate, e potete scaricarlo a questo indirizzo) è frutto di un attentissimo lavoro direvisione da parte dei governi in cui ogni singola parola è vagliata da stuoli di avvocati come si vedono solo nei film americani. Immaginate, che so, i legali del simpatico bin Salman e degli altri paesi produttori di petrolio che leggono che forse, forse forse, è meglio diminuire l’uso di carburanti fossili…

Anche così, e senza scaricare la decina di documenti di cui il dossier è composto, proviamo a commentare i primi due paragrafi delle Headlines, che sono destinate ai governi – anche al nostro, e non solo perché ci sono scienziati italiani nel panel, che come tutti lavorano a titolo assolutamente volontario).

“A1. Over the last decades, global warming has led to widespread shrinking of the cryosphere, with mass loss from ice sheets and glaciers (very high confidence), reductions in snow cover (high confidence) and Arctic sea ice extent and thickness (very high confidence), and increased permafrost temperature (very high confidence). {2.2, 3.2, 3.3, 3.4, Figures SPM.1, SPM.2}
A2. It is virtually certain that the global ocean has warmed unabated since 1970 and has taken up more than 90% of the excess heat in the climate system (high confidence). Since 1993, the rate of ocean warming has more than doubled (likely). Marine heatwaves have very likely doubled in frequency since 1982 and are increasing in intensity (very high confidence). By absorbing more CO2, the ocean has undergone increasing surface acidification (virtually certain). A loss of oxygen has occurred from the surface to 1000 m (medium confidence). {1.4,3.2, 5.2, 6.4, 6.7, Figures SPM.1, SPM.2}”

Non traduco letteralmente ma:

  1. Il riscaldamento globale è una realtà, e i suoi effetti hanno condotto al restringimento della criosfera (ghiacciai e banchisa polare), la diminuzione della neve e l’aumento della temperatura del permafrost – e queste conclusioni sono condivise praticamente da tutti gli scienziati
  2. gli oceani sono più caldi e più acidi per effetto del CO2 – e questo è praticamente certo

I corsivi sono nel testo orginale e non solo nella traduzione mia.

Conclusioni, to cut come sempre a long story short. Se i governi continueranno lungo le linee guida del trattato di Parigi, la situazione, che già a questo punto è grave, non peggiorerà ulteriormente, e potrà essere stabilizzata. Se non fanno nulla, potrebbe peggiorare, esponendo faste fasce della popolazione a fenomeni di siccità carestie denutrizione malattie, per non dire manifestazioni climatiche estreme dagli effetti devastanti. Direte, potrebbe. Bene, rileggete il paragrafo di questo post. Se con la revisione dei governi l’IPCC ci consiglia di incrementare le politiche “pulite”, e non uscire dal protocollo di Parigi (ditelo a Trump). Vuol dire che ai governi serve un’enrgico richiamo al significato filosofico e classico del termine POLITICA: agire per la polis, che siamo noi razza umana e il mondo in cui abitiamo.

Anche noi possiamo fare la nostra parte, perché è certo che l’unione fa la forza. Ci sono le buone pratiche, che non sono andare a New York in barca a vela come fa Greta, perché non tutte abbiamo un principe azzurro a favore di media. e nemmeno dobbiamo diventare tutti vegetariani. Ma possiamo mangiare meno carne, pretendere che venga prodotta in maniera più etica, diversificare, riciclare, pretendere da consumatori che si producano auto più pulite e che costino un prezzo ragionevole, magari prendere il treno, e pretendere che arriva ovunque e magari in orario.

Ah Trenitalia, non esiste più un treno notturno diretto Torino – Parigi ( o meglio esiste, se vai a Milano). Vent’anni fa il Napoli express passava sotto casa alla 23 e ti scaricava alle nove alla Gare de Lyon, cuccette e vagone letto. Noi il treno per andare a Parigi, seicento chilometri un po’più a nord, vorremmo anche prenderlo. Ci fosse.

(Questo è un post serissimo, e anche un po’ incazzato, perché nel frattempo, il clima ci ricorda sempre anche gli anniversari, c’è stata una alluvione e io a vedere la tomba dei nonni a Montaldeo andrò dopo i santi. Forse. Lo so, ci sono strade libere, tra una frana e l’altra, me le ha mostrate un amico che fa l’autista di pullman per l’Arfea, ma le foto non mi hanno particolarmente invogliata…quindi immagtinate come si sentono gli abitanti di Castelletto d’Orba, e cito solo loro per amore di brevità. Ero a Casalnoceto, domenica 20, e la provinciale per Rivanazzano era un tale fiume d’acqua che ho dormito da Lulù per tornare a casa in un intervallo prima che chiudessero come al solito Ponte Bormida. Immaginate. I fenomeni climatici estremi, ci sono ora.)

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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