Così, come primo post del Nuovo Anno – che anche se già ci immaginiamo che non sarà poi così diverso dal precedente, Leopardi Docet , però un pochino di speranza ci resta – iniziamo parlando di due cose che amo: Courmayeur, e i libri. Per dirla con Fruttero e Lucentini questo è un classico libro da coffitebol. Bello spesso e pesante, e infatti è stato fotografato sul tavolo etto ottocentesco che lo ospita e che era di mia nonna. E’ la mia unica traccia di vita cormaiorese. Sono andata a Courmayeur una sola volta negli ultimi anni durante le vacanze natalizie, e ho giurato a me stessa che non avrei ripetuto l’esperienza. E a giudicare da quella specie di invasione degli unni di cui i gruppi si lamentano su Facebook ho fatto bene anche quest’anno a lasciare perdere. Per altro se usate per la pubblicità il Milanese imbruttito, poi non lamentatevi ( ma loro fanno satira, sul milanese cumenda che fattura paga pretende, e poi magari ti frega la piantina da due euro sulla fioriera che hai messo in via Roma – spoiler, una di di queste due cose è reale, indovinate quale), e anche l’app e sito iMontBlanc, se pubblica trenta foto di adolescenti festanti al SuperG, è perché si indirizza a quel pubblico lì ( il Super G è diventato nel bene e nel male il simbolo di questa nuova Courmayeur e a vederlo chiuso e spettrale in estate, un po’ come tutto il Plan, mi ha fatto ricordare di quando era il nostro après piscina…)
Per tornare al libro, è esattamente come ci aspetterebbe, con molte bellissime foto, e i testi che in alcuni casi, e mi spiace dirlo, sono un po’ troppo redazionali ( e avendo lavorato milioni di anni fa nel settore, helas, posso dirlo, mancano un po’ di entusiasmo). Ci sono tutte le cose che ci si aspetta, dalle Terme al Super G allo Skyway ai liquori di Gojo ai formaggi di Panizza, alla Buona Stampa, ai negozi di lusso; ci sono negozi e luoghi che non riesco a ricordare dalle mie ultime visite, ma forse perchè non ci ho fatto molto caso… E però, anche se è sicuramente un libro da avere, e infatti l’ho comperato, un pochino mi ha deluso. Un plauso per l’App iMontblanc, però, è la più aggiornata tra quelle del suo settore che ho sperimentato (su quella di Innsbruck, per fare un esempio, ci sono ancora negozi defunti da almeno tre anni)