Stamattina, leggendo i quotidiani e pensando che avevo saltato un’intera settimana di lavoro sul sito, mi chiedevo come affrontare la questione d’attualità con un minimo di senso comune e senza cadere nel qualunquismo. Il problema è che la questione stessa, come si dice, oscilla tra la tragedia e la farsa (in cui tragedia è decisamente esagerato, mentre farsa, al contrario rende la cosa assolutamente reale). Sto ovviamente parlando delle Olimpiadi invernali. Quelle stesse per cui, comunque vada a finire, abbiamo già rimediata la solita figuraccia internazionale.
Io sono in generale favorevole ai grandi eventi (grandi, appunto, non le solite sagre provinciali), pur sapendo che in Italia, che è un paese di cialtroni eccetera , l’ho già detto più volte, di solito le cose non vanno a finire benissimo: non nell’organizzazione dell’evento in sé (vedi Torino 2006), ma in quello che graziosamente viene definito follow up (vedi Torino 2006). Possiamo sorvolare sull’incapacità dei grillini di gestire qualcosa di più grande di una sagra paesana, possiamo sorvolare sui legittimi dubbi in ambito economico ed ecologico, ma l’incapacità di fare sistema del Piemonte ci condanna alla marginalità economica e politica. Nemmeno all’Ottocento, ci condanna, perché il traforo del Frejus, quello ferroviario, è nato da un fare sistema di pubblico e privato, quindi nell’Ottocento erano, pare, più moderni di noi. Ma allora, certo certo, c’era gente come Cavour…Quanto alla valle d’Aosta, si è cancellata dalla carta delle Alpi, a quanto pare, iniziando dalla dissennata politica sui trasporti. A chi invoca il turismo d’élite in Valle ricordo a bassa voce che le prossime , forse , Olimpiadi invernali le organizzerà Cortina, non esattamente un luogo che può definirsi popolare.
Quindi, a noi basso Mandrognistan alla periferia dell’Impero Torinese non resta che domandarci, seriamente questa volta, se non ci convenga chiedere (sì anche noi) un bel referendum per tornare in Lombardia, cui storicamente e geograficamente apparteniamo. La proposta non è mia, ma siccome non so se la persona con cui parlavo ieri ha piacere che lo menzioni, non lo menziono. Voglio vivere in un mondo moderno. A quanto pare in Italia c’è rimasto solo Milano. Per il resto , devo rifare il passaporto.