A Luisa non piace Livigno. Io come sapete ci sono stata a Maggio e mi sono innamorata (di nuovo, ormai ho l’innamoramento facile, pare) così mi ci sono messa d’impegno per farle cambiare idea. Andarci a Ferragosto forse non è stata un’idea felicissima, perché l’affollamento fa sovente saltare i nervi alle persone (fatto), i cani litigano (fatto) c’è una coda enorme alla latteria per mangiare il gelato (fatto, o almeno abbiamo aggirato la coda). Alla fine però mi ha dato ragione. Perché siamo andate al lago, dove io mi ero solo affacciata, invece dopo aver convenientemente parcheggiato la Giulietta, abbiamo fatto tutta la strada sino al ponte delle Capre, dove partono tutte le belle escursioni verso l’interno. Peccato che prima di partire hai nei piedi già tre quarti d’ora di strada, ma la vista del lago è davvero una favola. Ci sono persino i pedalò. Non go visto nessuno buttarsi in acqua, però, e non ho capito se è vietato , è pericoloso ( ma lo spericolato di turno non avrebbe avuto problemi) o se è quel tipo di acqua da trenta secondi, poi congeli ( e anche qui, ricordate il vichingo che lo scorso anno si è buttato nel lago Checrouit). Ha fatto pace persino con lo shopping ( profumi, cosmetici e borse… Luisa, quando vuole, è molto peggio di me da questo punto di vista), forse perchè le persone che lavorano nei vari negozi che abbiamo visitato, anche quelli in cui non abbiamo comprato niente, sono state gentili e prodighe di spiegazioni.
In realtà, la sua buona disposizione è iniziata quando abbiamo trovato un biergarten vicino alla chiesa parrocchiale che serviva ottimo cibo da birreria, a prezzi modici, all’ombra, con accompagnamento musicale, un duo davvero bravo che faceva musica italiana in modo non ovvio. Quindi poi la passeggiata si è svolta nel modo più piacevole e Tobia per di più è andato al passo come un cane modello.
Un ricordo nostalgico: il negozio Foto Gino, che vende macchine fotografiche come una volta, non asparagi al supermercato (aveva anche il copriobbiettivo per la mia macchina, perchè naturalmente in sei mesi ne ho già perso uno).
Ora vi lascio con la pace: è il primo week end di settembre, il natio Mandrognistan ha già “festeggiato” il capodanno alessandrino, siamo tutti più buoni e soprattutto ci aspetta un altro faticoso (o meraviglioso) anno – io spero nel secondo, ovviamente.