Ok, eliminiamo subito la diatriba su ciclisti motociclisti camperisti dischi volanti (in effetti mancavano solo loro). La strada è sufficientemente ampia, non amplissima, ma ci stanno tutti, basta che ciascuno stia nella sua corsia (ma io non capisco i motociclisti come dice Luisa, che in effetti vive con uno di loro, che allo Stelvio va regolarmente a fare i raduni – molto meglio di Castellazzo, con tutto il rispetto). Volar giù è tanto facile. Guardate la seconda foto dal basso e ditemi se non è uno spettacolo- questo è il versante Trentino. E la strada è rimasta sostanzialmente, nell’impianto, quella ottocentesca, quindi un capolavoro di ingegneria. Sulla cima del passo c’è una rete di sentieri, che voglio assolutamente esplorare la prossima che potrò passarci – per Tobia sono un pò pericolosi, soprattutto se si lancia ad inseguire i gracchi o le marmotte. Il paesaggio è assolutamente lunare, da alta montagna, la morena del ghiacciaio copre praticamente l’intero pianoro, e si può immaginare che anni fa la neve fosse a quota molto più basso. Chissà per quanto ancora si potrà sciare d’estate sul ghiacciaio…la funivia funzionava a pieno regime e i 3000 metri erano sorprendentemente vicino. Fantastico. Un suggerimento: abbiamo parcheggiato dopo due tornanti, per carità benissimo fare un bel pezzo di strada panoramica, ma abbiamo scoperto che il parcheggio interno della funivia era praticamente deserto…certo avevo qualche remora a passar sopra con la macchina ai pedoni. Ci sono moltissimi ristoranti e noi abbiamo mangiato molto bene sulla terrazza dell’hotel Pirovano ( questo il sito ), dove nonostante fosse abbastanza tardi ci hanno servito lo stesso- certo i pizzoccheri di loro hanno questa tendenza a sedersi sul tuo stomaco con la delicatezza di un mattone, ma una passeggiata e una buona tisana al Tibet hanno risistemato lo stomaco di tutte e due. Una giornata di sole accecante, anche se con qualche nuvola, e un altro tassello sulla lista dei luoghi in cui devo tornare assolutamente, soprattutto per esplorare le trincee della prima Guerra Mondiale che sono ancora visitabili.
Avviso ai pedalanti, lo Stelvio non è per tutti, nemmeno se andate a batteria, la maggioranza, ormai.