Non perderò tempo a spiegare il complicato giro di parentela che mi lega alla Regina Madre, santa madre di mia cugina Elisabetta ( che strictu sensu è una cugina ancora più di secondo grado, ma come in altri casi più che l’anagrafe può contare la relazione). Mia madre e la Regina Madre erano amiche da ragazze, andavano a teatro, all’opera e a ballare insieme. Da piccola, la cugina Alda era la mia preferita, e ogni volta che ci lasciavamo le chiedevo sempre, ma quando ti sposi? E questa totale mancanza di tatto – il genere di cose che faceva dire a mia zia, “senza speranza…” alzando gli occhi al cielo, ma considerate che all’epoca avevo sette o otto anni, e la cugina Alda era sulla trentina, quindi perfettamente in grado di trovare l’anima gemella. E difatti di lì a pochi anni trovò l’anima gemella, che per di più come lei amava la montagna ( già infatti aveva preso a salire in Valle D’Aosta con i miei). E con l’anima gemella, dopo, è arrivata anche Elisabetta ( erano i parenti di mio padre ad avere le situazioni sentimentali più complicate…)
Anche dopo essere rimasta precocemente vedova la cugina Alda, con mia madre , ha continuato a trascinarsi sulle vecchie pietre di Courmayeur, e a osservare scettica le trasformazioni che subiva il territorio ( scettica, ma non senza combattere…) . Persino i posti della mia, e di sua figlia, infanzia progressivamente scomparivano – sì, io e la Eli siamo state corrotte da piccole, dai rispettivi genitori, poi la cugina Alda ha pure corrotto suo genero e così il cerchio si è chiuso. Siamo tutti qui, anche se siamo finiti a Dolonne ( mortorio per mortorio, qui almeno alzando gli occhi la sera vediamo il Grande e il Piccolo Carro e non le luci del Maserati Mountain Lodge).
Così, la cugina Alda è rimasta a difendere alla sua maniera un mondo che non c’è più, e tra noi, sottovoce, non possiamo non pensare che quando lei ci avrà lasciato – tra cent’anni, perché tra parentesi gode di una salute migliore della mia – cesserà l’ultima vera ragione che ci tiene qui.