Benché anche nel natio Mandrognistan stiano vendendo alberi di Natale a tutto spiano e uno sventurato ne abbia già esposto uno fatto e finito in via Lanza, nel giorno dei morti, in pratica- dovrebbero vietarlo per legge – non ero preparata al tripudio, ancorché in costruzione , del Natale innsbruckiano. L’intero centro storico, dal Marktplatz alla Seilergasse, alla Herzog Friedrich Strasse ( per i profani, lo slargo di fronte al Tettuccio d’oro) brulica di casette e di pupazzi che rappresentano le favole più famose, Cenerentola, Biancaneve, il principe Ranocchio, Cappuccetto rosso e il lupo eccetera. E di vari wintergarten, vin brûlé e altri elementi gastrolesivi a livello vario. La fatidica data d’inizio è stata mercoledì 15 e si andrà avanti sino ai Dreiheilige, cioè alla befana . Non potrei dire della qualità della mercanzia, ormai le cineserie global sono ovunque, anche se io spero sempre di no. Ma quello che conta davvero, me lo dicono da più parti, è l’atmosfera, come la città vive l’avvento, e probabilmente anche i bambini, o almeno molti di loro aspettano trepidanti il Bambin Gesù. Una cosa mi stranisce. Dappertutto vendono decorazioni, anche nelle gallerie d’arte e nei negozi di arredamento, casalinghi , vestiti. Al 95% sono in vetro. Non ci sono gatti? Li ipnotizzano durante l’Avvento? Li chiudono in bagno per un mese?(i gatti non l’albero di Natale) il dubbio mi divora
Si parlava di atmosfera, il lampadario del caffè Sacher è già in piena atmosfera