“Ah, sei fortunata, a Granada in questa stagione vedrai la Sierra Nevada con la neve (appunto…Nevada, neve, haha)”. Averla vista, la Sierra Nevada, uno dei suoi picchi o un’altra altura tanta da poter essere tacciata almeno di Appennino. Invece niente. Oltre al tempo decisamente freddino, appunto per la vicinanza delle montagne, la Sierra è rimasta ben nascosta dietro una coltre di nebbia. Favoriti dall’albergo vista sull’ Alhambra, ci siamo goduti il centro storico e la fortezza. Meglio ricordare , tuttavia, che se la discesa è brevissima – in dieci minuti si scende alla Plaza Nueva, la risalita dura il triplo, secondo la consueta ratio della salita, ossia dai trenta ai quaranta minuti a seconda di quanto ti basta il fiato (e a me partita con una congrua scorta di antibiotici, antinfiammatori, antitutto, il fiato non bastava; o meglio dopo aver fatto la salita due volte in un giorno, alla terza ho salutato gli astanti e preso un taxi.) Non solo, oltre ad essere decisamente conservatori- Granada fu una delle prime città a consegnarsi a Franco, e anche a non saperlo, è difficile ignorare la lista di poveri parroci vittime della furia dei rossi i cui nomi sono scolpiti a fianco dell’altar maggiore in Cattedrale (scritto proprio la furia del comunismo, alla faccia del politicamente corretto)- oltre a essere decisamente conservatori, dicevo, gli abitanti di Granada sono assai poco malleabili , resilienti, quel che volete:abbiamo rischiato di non poter visitare l’interno del palazzo del Sultano, una meraviglia di fontane e decorazioni, perché qualcuno a monte aveva sbagliato la data della nostra prenotazione. Il consiglio al viaggiatore, che sitrova in molte guide, ma è veramente da seguire, è prenotare la visita online. L’Alhambra ha un numero chiuso di visitatori giornalieri, e venduta la quota di biglietti non fanno entrare più nessuno. Veramente. Per questo contrattempo, abbiamo perso la visita al palazzo del Generalife, e pazienza, ma siamo riusciti avedere il resto e il tramonto rosato sulle pietre della fortezza dell’Alcazaba ha un fascino particolare. Ma Granada è anche il pittoresco quartiere arabo dell’Albaycia, dove le case costano molto più di un attico con vista Colosseo, la Cattedrale, le tombe di Ferdinando e Isabella nella Capilla Real, le viuzze del centro storico, il dolce Pio V di pan di Spagna e crema, che si chiama così in onore del papa Pio V, che a sua volta era originario del natio Mandrognistan (tout se tient). Bocadillos di jamon serrano, caffè, acqua da un litro e mezzo, dolci, 14 € in una pasticceria della Reyes Catolicos piena di boiseries e stucchi (in quattro, ossia tre euro e rotti a persona). Un gelato e un Negroni vista tramonto su Palazzo Carignano, 22€, in una pasticceria piena di boiseries e stucchi a Torino (Pepino).
Ossia hanno già vinto. Centro storico rigorosamente chiuso al traffico, autobus sino a tarda notte, taxi numerosissimi e poco costosi. Vita notturna gradevole, anche se non affollatissima (ma ci siamo stati a metà settimana, quando lì è poco vivace, ma qui ci sono gli zombi per strada)
Per informazioni Il sito ufficiale