Primo andate a leggere anche Radio gold e soprattutto La marmotta per avere aggiornamenti sul da farsi nel week end.
Secondo, niente montagna anche stavolta. Avevo un martedì libero dal mio martirio e da martiri vari, e così, dato che comunque non riesco mai a vedere un mercatino di Natale come si deve, e quello che c’è in Alessandria è più deprimente del solito, sono andata a Milano. Giusto per ricordarmi di quanto sia facile in maniera irrisoria arrivare dalla provincia alla metropoli – e Milano è anche più comoda perché non devi sbatterti a raggiungere il centro, molli l’auto a Famagosta e la metro ti trasporta direttamente . Andare in auto a Milano, per altro, mette a dura prova gli spiriti più forti – ho dei ricordi abbastanza allucinanti di quando la frequentavo per via delle terapie per la fertilità.
Sono andata in Darsena, perché l’ultima volta che sono passata da quelle parti avevo appena finito il liceo. Lì c’era un albero di Natale serio, ma hanno uno sponsor “serio” e qui serio vuol dire con i soldi (la Coca Cola e non cominciate a fare gli snob, che a Milano c’è un sindaco di sinistra, quella vera) .
(Non ho ancora scaricato le mie foto, quindi grazie a Martina Odicino, questa è Ripa del Naviglio Grande)
Sono scesa a Porta Genova, che ha un nome altisonante ma sembra la stazione di Borgoratto, ho preso via Vigevano, e ho camminato dieci minuti in mezzo ai giapponesi. Ma. È buio. O meglio, alla fine proprio come nel natio Mandrognistan, togli le vie turistiche o principali e sprofondi nell’oscurità. Non un’oscurità minacciosa, ci sono troppi bar, e sushi, e birrerie ( gli abitanti già si stanno lamentando), ma tant’è. La Darsena, come dicevo, è gremita e un po’ pacchiana, i Navigli sono pieni di ristoranti e antiquari, e librerie, ed è stato difficile non spendere soldi che non ho. Ci sono ancora studi di artisti ( in uno c’era un quadro che mi piaceva molto, e lì potevo rischiare… Ma sì, la prossima volta). Ci sono splendidi palazzi (110mq, 615000€, un affare), con volte in legno, i lavatoi dell’800, un ‘ atmosfera da Canal St . Martin, le luci , i ponti di ferro e persino le chiatte. L’atmosfera, per essere Milano, era molto più rilassata. Nei negozi, non affollatissmi , c’erano commessi deliziosi : io sono andata nella sezione del Libraccio con i libri d’arte e di fotografia ed è stato bellissimo fermarmi a curiosare ( lo so potevo fermarmi nella generalista e comperare i regali di Natale che mi mancano, ma perché ?) e sì ho comperato qualche libro, e mi sono trattenuta ma una chicca l’ho trovata davvero, un libro della Purgatory Press di New York sul rilegare libri e album, bellissimo, perché non posso dedicarmi a questo anziché alla burocrazia scolastica.
Ho usato come guida la Louis Vuitton, ma non ho camminato tutto l’itinerario. Avevo scarpe normali. E dopo due ore il ginocchio ha cominciato a cedere. Sono tornata a casa sentendo radio pop. E un ascoltatore di quelli tignosi ha detto che l’hinterland Milanese arriva al lago Maggiore. Così per sapere. Il natio Mandrognistan è prima periferia. L’area di Rho è già Ex Area Expo 2015 sulle mappe della metro. Questo vuol dire essere sempre aggiornati.