Forse dovevo scrivere di paziente sopportazione. In realtà non sono ancora propriamente trenta, ma solo ventinove – saranno trenta il prossimo anno da che stiamo insieme, trenta da che ci siamo incontrati invece quest’anno. L’anno di iato sta a significare che mio marito era lento a decidere anche allora. Una vita. E non ė soltanto un modo di dire. Una vita rosicchiata pezzo per pezzo per non smentire mai l’avere opinioni diverse in tutto o quasi, tranne che su politica musica cinema e poco altro. Vestiti. Profumi. Sesso ( senonché, qui, misericordiosamente è intervenuta la vecchiaia).
Cosa è cambiato…molto. Non nella sua convinzione che andare in montagna sia turismo o una perdita di tempo, del resto lui non cambia mai le sue convinzioni, neanche quando la vita si incarica di dimostrargli il contrario. Però martedì scorso che sono andata a Mergozzo a camminare e a nuotare ( ed è arrivato il dannato nuvolone di Fantozzi anche lì), incazzandosi e brontolando quando sono arrivata a casa alle otto – (perché la gente normale e le famiglie vere cenano alle sette- mai cenato alle sette in vita mia) ebbene aveva preparato la cena, per due. Lo ha anche fatto oggi che sono andata banalmente dal parrucchiere.
Però dopo un pomeriggio di relax e di camminare e di acqua bella fresca, guardate che bella faccia rilassata ha la scrivente