Rieccola

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La pecora cinematografica, cioè. Risvegliata dal suo torpore (e negli ultimi tempi ha dormito un sacco) dall’ultimo film di Stephen Frears, Philomena, premio a Venezia per la sceneggiatura, che mostra come per fare un buon film occorra, in ogni caso, una buona sceneggiatura. E questo ce l’ha, ed è meravigliosamente girato , è recitato in una maniera superlativa, è divertente, commovente, riscaldante. Cinema narrativo, nella miglior accezione del termine, e come lo fanno gli inglesi, non lo fa nessuno. Zero pecore, un miracolo.(siamo stati in sonno rem per un mese e mezzo, dicevo) . Siamo andati con il cugino piacione, che si è mangiato la frittatina di antipasto (ricetta del nipotone che l’ha rubata a Gordon Ramsey, le cose che guardano i ragazzi in tv), il pollo al vino precedentemente cotto , gli zucchini al verde e i carciofi del gastronomo Mimmo, comperati mentre lui e il mio martirio davano la caccia alla piccola Stronza che alla vista dell’ospite, che per altro conosce benissimo, si è eclissata. Ricomparendo come se niente fosse al mio arrivo quando ormai il suo affranto papà aveva i nervi a pezzi. Una piccola Stronza appunto (ok , l’abbiamo viziata indegnamente, e siamo genitori totalmente privi di polso-io , cioè)

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camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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