Al Grande Bardo di Stratford on Avon, le scuse, ovvio. In realtà volevo parlare di tutt’ altro ma poi la reunion dei Peggio Punk ha finito per dominare i miei pensieri e anche la mia serata.
Reunion, che poi non vuol dire che abbiano smesso di parlarsi. Il cantante, per dire, lo vedo sempre dal Robbo. E dire che era il più dubbioso di tutti, mi dicono. Sarà, ma sabato era in tiro pazzesco. Bel concerto. Per cominciare subito dalle cose serie. Hanno suonato bene e c’è chi dice anche meglio rispetto ai tempi migliori. In ogni caso, il punk non è morto. Creste di ogni colore se ne vedevano, per lo più in testa a giovanissimi. I “vecchi” erano ormai venuti parzialmente a patti con il mondo. Nel senso che si può essere punk “dentro”. C’era persino un pullman di gente di Udine, già ubriachi come alpini. Però non mi sentivo particolarmente a disagio, anzi, anche se la loro presenza e quella di un mio ex alunno non meno “carico” ha fatto letteralmente scappare Alberto Ballerino del Piccolo. Quindi, addio, establishment, preferisco un sabato sera in un centro sociale alle cene del Rotary. E poi non voglio parlare di Dalla, né del suo coming out passato o postumo: ha scritto canzoni carine e anche molto belle, ma non trasformiamolo in Beethoven (e neanche in Miles Davies, và!)
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