Siccome piove, sono sempre di corsa, il mio portatile sta avendo crisi da terminale, da nuovi blocchi di memoria e quant’altro, questa domenica torniamo indietro a quel che sono riuscita a fare nel mese di marzo. Quasi tre settimane fa sono riuscita ad andare in val d’Ayas per farmi la mia solita escursione sopra le baite di Extrepieraz, che è uno dei miei luoghi preferiti (ricordate lo gnomo di Natale? lì è il posto). Ne ha parlato anche l’angolo del montanaro su La Stampa, ma vorrei vedere cosa è riuscito a fare. Sono entrata in paese per prendere l’imbocco del sentiero ( o almeno prendere il segnavia) ma mi è stato impossibile proseguire. Anche aggirando la muraglia lasciata dagli spartineve, la neve era impossibile da navigare. Ventata e crostosa in superficie, molle sotto: sono sprofondata sino alla vita e nella neve anche con i pantaloni impermeabili ci potevo nuotare. Stessa situazione in tutta la zona, anche nei boschi: infatti non ho notato orme di racchette da nessuna parte, quando lì ho spesso incontrato sciatori, gente che camminava, cani. L’unico posto praticabile era la pista del fondo. E allora mi chiedo, come ha fatto il montanaro della Stampa?
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