Cari signori Englaro, vi porgo le più sentite condoglianze per Eluana, e vi prego di credermi se vi dico che che comprendo e condivido totalmente il vostro operato. Signor Peppino, lei ha dimostrato un notevole coraggio nell’opporsi all’ipocrisia di chi proferisce granitiche certezze, salvo poi, al momento opportuno agire di nascosto. Basta che non si venga a sapere. In questi giorni mi domandavo, ma tutta questa gente ( e c’era pure mia cognata, tanto per dire) si rende conto di cosa significa vedere qualcuno che si ama, come si ama una figlia,ridotta ad un guscio vuoto che solo in qualche particolare poteva ricordare la persona che era (era stata)? Non credo che la vita sia questo. E sono felice che a suo tempo mio padre sia stato abbastanza lucido da rifiutare ciò che per lui era accanimento terapeutico; che forse, certo gli avrebbe allungato la vita; ma quella per lui, ne sono certa, non era più la “sua” vita. Signori Englaro, l’amore si manifesta in molti modi, anche nel lasciare andare qualcuno che amiamo. Grazie per il coraggio che avete dimostrato. Quanto a me, vista l’incivile gazzarra di questo periodo e i tempi non buoni che si prospettano per chi come me crede nel libero arbitrio, rendo il mondo edotto ( e in primis mio marito e i miei amici) che in caso di coma irreversibile non desidero accanimento terapeutico, terapie palliative o alimentazione e idratazione forzata. Può darsi che in seguito cambi idea, ma il libero arbitrio è anche questo, mi sembra.
(perché non si vive sulla Luna, e non mi sembra che si possa far finta di niente…)