Domenica, in uno stato d’animo e di salute non particolarmente brillante e di cui mi sono pentita in questi due ultimi giorni di tosse convulsa (altro che la Boheme), sono andata al Santuario di Cà del Bello sopra Persi in Val Borbera. Ho lasciato l’auto sulla statale, ho messo i miei nuovi Tecnica, di sicuro non adatti alle circostanze, ma sono ancora in rodaggio. La strada da Persi è asfaltata e bella ripida, e però non sono venute giù (o su) auto nonostante fosse domenica. Ho incontrato solo persone che portavano a spasso varie tipologie di cani. La più simpatica è stata un’anziana signora in compagnia di una spaniel che aveva evidentemente voglia di correre, ma che – mi ha confidato -“se la lascio andare e lei corre, è una stupidina e poi si perde”. Certamente, visto che si faceva grattare in mezzo alle orecchie da una perfetta sconosciuta, non era una cagna diffidente. Al santuario il panorama era limpidissimo, il cielo striato di nuvole viola e gli alberi sui calanchi intorno al santuario facevano un servizio da National Geografic sul fogliage, senza andare nel New Hampshire. In fondo, sul Monte Antola, non c’era ancora neve.
Ho fatto una notevole sudata e ahimé le conseguenze si vedono e si sentono. Però ho sopportato le scarpe.
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