My two cents (sugli orsi, gli uomini e altri animali)

Non ho mai incontrato un orso. Vipere un tot, cervi e caprioli un sacco, cinghiali parecchi, lupi uno. Un mio amico che è stato a Yellowstone ha dilingentemente seguito tutte le istruzioni su cosa fare se incontrate un orso, e non ne ha visto nemmeno uno. Le vipere non mi hanno morso, i caprioli per lo più sono andati per i fatti loro, il lupo mi ha ignorato, davanti ai cinghiali che non mi avevano fiutato ho avuto uno scatto da centometrista ma all’incontro più ravvicinato non ero un’anatra zoppa. Sono andata in giro in Trentino, ai tempi, ORA IN UN POSTO DOVE SPARANO AGLI ORSI NON VADO IN FERIE.

Non è ovviamente colpa dei trentini in generale, ma alla fin fine il governo dei leghisti lo hanno votato loro, non io. Però uccidere l’orsa non è una buona soluzione. Il problema come sempre sta nelle cause, del comportamento dell’orsa, ossia di ripopolare il territorio con orsi non autoctoni, dopo aver sterminato gli autoctoni, e poi li ha lasciati lì senza controllo e senza monitoraggio. Da una parte i cacciatori votati allo sterminio sempre e comunque, dall’altra parte gli animalisti, che spesso trascendono (come certi ambientalisti chic che devastano i monumenti). Nel mezzo gli operatori che cercano di monitorarli e catturarli se del caso ( e anche questa non è proprio una faccenda agevole – provate voi a narcotizzare un bestione il cui peso potete solo stimare e se lo mancate il bestione si incazza e vi carica). Non ho ovviamente una risposta, e naturalmente mi dispiace per l’escursionista ucciso. Sono quasi certo che si è trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato, e questo poteva capitare a ciascuno di noi se esce di casa. Anche i suoi genitori (apprendo dai media) sostengono che uccidere l’orso non servirà a lenire il loro dolore.

Torniamo un attimo agli uomini. Conoscevo, di vista, uno dei due scialpinisti torinesi che sono morti sul Monte Bianco (il canalone des Dames, se non vado errata) dove si erano avventurati in un itinerario scialpinistico con pericolo valanghe 4 su 5. Ho letto molti interessanti interventi in proposito, in particolare sul Gognablog. E tutti mettono in evidenza da un lato, che il coefficiente di pericolo era molto, troppo alto, e che al tempo stesso, il nostro modo di vivere la montagna è cambiato, compresso dal fatto che il tempo che possiamo dedicare è sempre meno ed è quello: se nel giorno in cui puoi ritagliarti il tempo è brutto o c’è pericolo, vai lo stesso, perché non sai quanto potrai tornare. Posso capire già di più gli aspiranti (in fin dei conti saper agire in situazioni di pericolo fa anche parte del lavoro che devono svolgere). Posso anche capire che quando ti prende la wanderlust metti a tacere anche il cervello. Capitava anche a me: adesso meno, perché mi fa male la schiena e cedono le ginocchia e la gente che ho intorno comincia a morire e questo fatalmente ti costringe a riconsiderare le cose. Resta però il fatto che adesso che la neve latita in montagna vado meno, e quando la neve era abbondante e io sapevo bene leggere il territorio intorno a me, con livello 3 non mi azzardavo, e la colata di neve, come un paio di volte mi è capitato, la vedi e la trovi anche a livello due, se è mezzogiorno e il pendio è al sole. La scarica di ghiaccio che abbiamo evitato in Valsesia io e Amica giovane è qualcosa che io non ricordavo e nemmeno lei.

E quindi torniamo agli uomini e agli orsi: non siamo più in grado di vivere nell’ambiente naturale, ignoriamo che dobbiamo convivere anche con gli animali, e soprattutto che il cambiamento climato sta modificando anche il comportamento della neve e forse noi dovremmo adeguare le nostre scale di riferimento ad una situazione nuova . Vale per la natura in generale, vale per gli orsi , vale anche per noi

(dalla cima dell’Antola – foto di Irene Martini)

Pubblicità

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
Questa voce è stata pubblicata in #postserio, animali, Dolomiti, neve, Uncategorized, wilderness e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.