Siccome già una volta ho notato che offro ai miei vicini di casa un notevole divertimento (se smettessi di pagare le spese di condominio sono certa che questa entente cordiale finirebbe subito), vi offro l’ultima puntata delle vicissitudini feline.
Questa volta con Fanny come protagonista, che è la più piccina e proprio per non sentirsi da meno compie gesti solitamente eclatanti (come chiudermi fuori il giorno di Santo Stefano, che è il modo con cui si è presentata al mondo. Il pompiere che accarezzandola ha detto “Sei pericolosissima” è stato facile profeta)
Sabato avevo un invito a cena, e siccome sto diventando paranoica (ed era un invito al buio) ho iniziato presto a prepararmi – al fatidico “come mi vesto?” mi è stato risposto “come vuoi”. Come faccio di solito ho fatto il giro dei gatti e lì per lì non ho visto Fanny. Mi sono vestita (e ho azzeccato la mise, tra l’altro) e sempre niente Fanny. Comincio a preoccuparmi, e come un lampo mi ricordo che sono andata in cantina – sì ho finalmente smontato le decorazioni natalizie. Mi butto fuori, e batto tutte le scale. Niente Fanny. Comincio a a tranquillizzarmi (va beh, si è nascosta/l’ho chiusa nell’armadio- anche questo è già successo, porastella).
Arrivo a pianterreno e c’è un foglio a quadretti attaccato all’ascensore: “trovata oggi gattina bianca rossa e nera…” firmato M.V. la nuova inquilina del primo piano. Divisa tra lo sconcerto l’incazzatura e il sollievo, suono e mi lancio in varie scuse spiegando come avevo fatto a perderla di vista (per ipotesi)
“Oooh ma è bellissima, era qui , si è fatta accarezzare”. Si gira. Atrio deserto. Giriamo per casa (la signora ha appena traslocato e ci sono ancora scatoloni in giro che figurati (il gatto in scatola, un must).
E’ finita che ci siamo sdraiate tutte e due a fianco del frigorifero (un altro must) per convincerla a uscire.
E’ uscita piena di polvere (non oso spostare il mio di frigo, che dietro può esserci qualsiasi cosa). Io l’ho presa in braccio e l’ho ricacciata dentro casa. Poi sono andata a cena togliendomi la polvere di dosso strada facendo. Alla fine conoscevo tutti, di una persona ho anche un quadro (Greta Penacca) e ho lavorato con la mamma di suo marito negli anni Novanta quando lui era bambino. Siamo scesi dai colli tortonesi con un livello alcolico da ritiro della patente (era una festa di compleanno, alla fin fine), ma senza incontrare cinghiali – stranamente.
