Ricordate che a settembre avevo comperato una guida ai sentieri di Mentone e dintorni all’ufficio Turistico di Mentone? Bene sono riuscita a non dimenticarmela a casa. E poi una volta a Mentone, ho studiato.
Lo ammetto, sono partita facile: a differenza del mio medico, che parte dal bombardamento di farmaci per uccidere il mio colesterolo e poi abbassare, io preferisco il percorso graduale. Poi avevo voglia di vedere un panorama.
Così la prima escursione che ho scelto è stata quella alla Tête de Chien a La Turbie. La Turbie è piacevolmente vicina a Mentone, la giornata era fresca (quest’anno fa fatto decisamente più fresco rispetto allo scorso anno), la descrizione chiara, e io ho mollato l’auto nel primo stallo gratuito che ho trovato, salvo scoprire che in quel periodo tutti i parcheggi erano gratuiti.
L’itinerario inizia nella piazza del Municipio, da cui si scende, a sinistra, in una via a doppio senso di circolazione (attenzione) piuttosto stretta, sino a incontrare le indicazioni per la Tête de Chien (la via si chiama, assai opportunamente, rue de la Tête de Chien). La via sale regolarmente ma piacevolmente e passa accanto a diversi impianti sportivi, tra cui una piscina dedicata alla principessa Charlene di Monaco ( personalmente troppo un po’ inquietante dedicare cose ai vivi, e pure un po’ jettatorio, ma fate voi).
Quando la strada asfaltata finisce si entra nella riserva naturale della Tête de Chien, dove si trova una flora e fauna mediterranea che non si trova altrove ( se siete proprio degli sfaticati accanto alla piscina e subito prima ci sono diversi parcheggi, che riducono l’escursione a una passeggiatina) Al di sopra della strada si comincia a vedere un edificio con una cupola rotonda e bianca.

Dalla media corniche, più in basso, si vede benissimo, e io ho sempre creduto che fosse l’ osservatorio astronomico di Monaco ( ci sono tante cose, a Monaco…). E invece no. Tutto il complesso è un forte ora dismesso ( quindi nella cupola ci stavano, a occhio e croce dei cannoni…)
Davanti al forte c’è il primo punto panoramico, che è proprio sopra agli yacht di Montecarlo. Sulla destra, un sentiero gradinato porta alla testa vera e propria dov’è si vede sino al golfo di Nizza, e dove la luce faceva strani giochi sull’acqua.

Per il ritorno, si può scegliere l’aereo sentiero che parte dal belvedere della Tête, oppure, come ho fatto io, tornare sulla strada dell’andata, prendere il sentiero 608 e ritrovarsi dopo qualche metro di salita sulla cresta del monte. Tutti e due i sentieri si ricongiungono e direttamente entrano nella parte vecchia di La Turbie a fianco del Monumento.
Nel complesso piacevolissimo, molto frequentato dai locali che portano a spasso il cane ( e a giudicare dai graffiti, direi che vanno anche in camporella o a fare altro). Ero proprio in forma e ho superato e lasciato indietro due sgarzoncelle che potevano essere le mie nipoti. (nota di costume. ma le cose non si dedicano ai morti? perché scomodare la povera Charlene che ha i suoi a quanto pare – a meno che non ci abbia messo i quattrini, nel qual caso, tout se tient)