Una volta tanto

Come sapete di tanto in tanto ho attacchi di misantropia , che si acquiscono in particolar modo nel periodo del motoraduno della Madonnina dei centauri: non ho niente contro i centauri in generale, ne conosco anzi parecchi maschi e femmine, nessuno dei quali ama particolarmente quel tipo di adunata (vanno allo Stelvio o a Caponord, ma non in un santuario, e chi può dar loro torto?).

Così mi sono rivolta all’amicizia: ossia mi sono autoinvitata da amici che hanno casa in una frazione di Noasca. Ora, io di solito non mi autoinvito, ma questa volta sono stata abbastanza plateale e devono essersi mossi a pietà. E ho passato un week end splendido (gli itinerari ve li lascio per dopo), anche perché nella loro frazione (8 abitanti fissi in inverno), internet, almeno la mia, si è intasata durante tutto il periodo, come si deduce dal fatto che un post si è caricato due volte, e per due sere ho , letteralmente, guardato le stelle.

Ornella e Sergio, in realtà, sono amici di mio marito, che io ho incontrato attraverso la sua compagnia molti anni fa: allora stavano già insieme e Ornella pareva conoscesse da sempre mio marito. Lui si era sempre meravigliato che del suo gruppo di amici io avessi avuto , da sempre, un feeling particolare per Ornella (e per il grande Longo, ma questa è un’altra storia).

Poi Ornella si era definitivamente stabilita a Milano, lei e Baroni si erano sposati e la vita come sovente succede aveva preso altre strade, ma almeno un paio di volte l’anno si sentivano e Francesco mandava sempre elaborati biglietti a Pasqua e a Natale e penso fosse uno dei pochi che si davano ancora tanta pena ( io ho smesso molto prima)

Però quando Francesco è mancato uno dei primi, sicuramente il primo dei suoi amici che ho chiamato, è stato Longo che a sua volta, ha subito chiamato Ornella.

Poi curiosamente, io ho cambiato lavoro, e ho cominciato ad andare a Milano più spesso e a sentire Ornella di più ( questo prima del Covid naturalmente – adesso per fortuna molte delle riunioni a cui partecipavo si tengono online a ore decisamente più incivili ma almeno a interromperle ci pensano i gatti, non la fuga degli astanti verso la stazione)

E dato che da cosa nasce cosa, sono andata pure a disturbarli a casa loro e a conquistare la loro Fanny che è una gatta viaggiatrice dato che fa la spola tra Milano e la valle Orco ( in realtà è una piemontese trapiantata perché è nata lì).

Potevano non essere gattari? Certo che no

Quindi… ho speso molte parole per ringraziare due amici del cibo, delle chiacchiere, di due notti in cui ho dormito con la coperta, delle stelle, delle passeggiate e sì, di tutto ( anche dell’andare in montagna).

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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