Altro piccolo post (nemmeno infrasettimanale)

Sono andata al Salone del Libro, per lavoro – non che le altre volte ci sia andata a divertirmi – e mi sembra giusto lasciarvi un paio di impressioni, più che altro, i suggerimenti degli utenti (dell’utente nel mio caso) per il prossimo anno, caro @SalTo.

B come bambini: quelli che fanno delle elementari, che erano tanti, almeno lunedì, tutti in fila per due con le mascherine e nessuno che facesse i capricci. Chapeau a loro e soprattutto alle loro insegnanti. Tra l’altro sono partita con le migliori intenzioni, ma a portare la FFP2 o 3 tutto il tempo non ce l’ho fatta. Ho evitato gli assembramenti e stop. Pazienza. La cosa più rischiosa che ho fatto in due anni dopo la Fnac a Nice, ma lì avevo la mascherina. Per i bambini, tra l’altro, ci sono molte più attività che in passato e questa è un’ottima cosa, i lettori si allevano da piccoli. E l’editoria illustrata per ragazzi ha delle vere e proprie opere d’arte.

B come bagni: ne vogliamo parlare ancora?

C come cibo: quest’anno ho avuto l’impressione che ci fosse un filo più di scelta, ma è anche il primo anno che mangio dentro.

C come Comunicazione: ben riuscita, ma che ve lo dico a fare? ormai avete intercettato pure i ragazzini con TikTok, di cui non mi avvalgo, perché boomer, ma è entertainement quindi ci sta.

E come editoria di montagna: Hoepli, edizioni del Capricorno, Corbaccio, Cai e poco altro. Sempre peggio.

G come grandi Editori. Non li considero quasi mai, perché al Salone vado per quelli che altrimenti non avrebbero visibilità. Ma i loro stand erano affollatissimi.

L come Liguria: cari amici della Regione Liguria, ne vogliamo parlare? Spero che essendo lunedì ci fosse già un clima di sbaracco generale, ma il vostro triste stand semivuoto era la plastica illustrazione dello stereotipo del genovese con il braccino molto corto. Anche perché c’era proprio davanti lo stand della regione Puglia con un’illuminazione che l’abete natalizio di Times Squares a New York scansate proprio. Ma pure Marche, Friuli, lo stesso Piemonte, che aveva uno stand istituzionalissimo, ma almeno animato e con depliant vari: facevano tutte una bella figura. Pensateci.

L come Lingotto: mi perdo tutte le volte, e fa sempre caldo. Il centro commerciale è sempre più bello.

L come libri. Parti sempre dal presupposto che no, tanto sono senza soldi/non so più dove metterli/la lista dei libri da leggere nell’ingresso arriva al soffitto e poi ne compri quattro e un nuovo mazzo di tarocchi. D’altro canto al salone vai per quello, e mi sono trattenuta. Ho comperato il libro di Linda Cottino e Silvia Metzeltin, perché è giusto così.

K come Keller. Ho già detto che ormai mi sono comprata tutto il loro catalogo ( e ci sono anche montagne, tra l’altro)? sono di Rovereto e sono benemeriti della letteratura mitteleuropea

O come Oval: non ricordavo quanto bello fosse questo edificio. Anche perché ci sono entrata nel 2006 per le olimpiadi e poi mai più.

P come premiazione: quello per cui ci sono andata: molta confusione, tanti studenti, per lo più grandi, e grandi lettori, il solito frastuono indescrivibile; ma era il loro momento, e forse poteva durare pure di più.

S come Sedie (ma anche panchine pouf ecc). FATE SEDERE LA GENTE. Lo dicono in molti sin dalla prima edizione. Quest’anno poi c’era la finta spiaggia con le sdraio, ma trovare un posto a sedere per mangiare è stata un impresa, e i bambini di prima mangiavano seduti per terra. Capisco che a sei anni ci si possa anche divertire, ma sull’asfalto rovente anche no.

S come Stand: il più grosso in quanto a misure è quello del Libraccio. Dice qualcosa.

T come triste: fuori nell’area cibo c’era uno stand con su scritto “trovare l’amore al Salone”. Due sedioline e un tavolino deserti e uno più triste dell’altro. Peggio della Liguria. Meglio andare in montagna, va, che in qualche rifugio si trova sempre da chiacchierare…

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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