Scusa eh, St. Orso, anche di primavera va bene.

Ora che la Fiera è terminata e siamo andati e tornati tutti sani e salvi, posso dirlo tranquillamente, è andata bene anche in primavera. Lo so, non gridiamo alla lesa maestà. Capisco chi dice speriamo di no: dopo tutto, è stato il Covid. St. Orso non si tocca, come il Plana che è il Plana, e Sanremo è Sanremo. Persino il tempo, venerdì mattina, ha portato una ventata di gennaio: nevicava ovunque. Sapete che non ricordo una St. Orso sotto la neve, almeno negli ultimi dodici, quindici anni? Freddo belluino sì, da cappello e sciarpone (questo, non negli ultimi cinque anni), ma maltempo no, che sarebbe comunque una pietra tombale sulla manifestazione che non ha punti al chiuso o riparati, se non il padigliore in piazza Chanoux.

Sabato il clima era decisamente fresco ma il tempo splendido e la luce fantastica. In bassa Valle è nevicato tanto, nemmeno in inverno mi era capitato di vedere la neve così bassa, mentre la conca di Aosta era relativamente sgombra. Ho lasciato l’auto in un parcheggio in via Monte Vodice, dietro la caserma e davanti aun palazzone ondulato che non so se è la nuova università o il palazzo della regione, ma già a vederlo così dà l’idea di un mucchio di polemiche passate presenti e future. In ogni caso a due passi da piazza della Repubblica, dove iniziano le bancarelle di cibarie varie. Questo alle tre del pomeriggio.

C’era abbastanza traffico pedonale e i finanzieri che facevano rispettare il senso unico di circolazione, così abbiamo fatto tutta Croix de Ville, abbiamo guardato gli animali di Enrico Massetto, e abbiamo fatto il solito giro Duomo -piazza Chanoux . Ho ritrovato molti degli artigiani già presenti a Donnas, Binel, Barmasse, la signora delle tazze e pure quello delle mucchine che la mia amica non aveva comprato perché non le piacevano i colori. Stavolta c’erano altre mucchine e oggi le ha comprate. Si camminava bene e tuttavia, essendo una vecchia boomer, ho messo la mascherina, non lo scafandro che metto in ufficio, ma tant’è. Sulla piazza del Duomo e in piazza Chanoux, molta musica e molti balli. Ad aprile certamente è più facile andare vestiti con sontuosi costumi senza prendersi una polmonite e senza dar prova di eroismo.

In piazza Chanoux c’era il padiglione con gli artigiani più importanti e gli stand istituzionali, e lì abbiamo fatto un po’ di chiacchiere con vari sconosciuti (che sono rimasti tali perché ero troppo impegnata ad ascoltare loro e a evitare che cugino piacione facesse qualche battuta infelice – non l’ha fatta, ma dopo nel padiglioone gastronomico ha preso in mano una formaggetta, e solo perché la signora dello stand non stava guardando ha evitato il linciaggio: il Covid, santo qualcosa! Queste sono le circostanze in cui sono felice di essere una Journeywoman che se ne va da sola, e non deve giustificare le brutte figure di altri). In ogni caso ho comperato un mestolino da Rudi Behr, e dei fiori colorati per il mio albero di Pasqua.

In ogni caso il tempo è stato davvero primaverile, abbastanza da giustificare un pomeriggio piacevole e anche una sosta alla Patisserie Bovio, dove vado sempre

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
Questa voce è stata pubblicata in #postserio, #sponsorizzato, Uncategorized, Val d'Aosta e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.