Se vi state chiedendo cosa ci fa una pagoda thailandese o laotiana in mezzo alle montagne dell’Ossola…potete continuare a chiedervelo.
Questo è unanimamente considerato, dalla critica almeno, come il capolavoro di Portaluppi: la centrale di Crevoladossola (1923-’24) che porta il suo nome: io quando l’ho vista, al termine di una giornata tardoinvernale abbastanza impegnativa ( e questo dimostra che sono una storica, ma non dell’archittettura) ho proprio pensato “Ma è una pagoda…”
Sconta, in realtà, rispetto alle altre, quello di trovarsi in un luogo assai poco pittoresco, un’ansa scura dopo la confluenza tra Toce e Devero, sotto lo sperone di Crevoladossola.
Come Verampio, è molto imponente, ma di una imponenza diversa: se Verampio rappresenta l’aspetto favolistico dell’architettura delle centrali, Crevola rappresenta la potenza di una nuova religione: ecco perché la cupola centrale rimanda effettivamente ad una pagoda stilizzata, ma senza alcun rimando estetizzante all’esotico, è una fiamma che nasce dai trasformatori (il simbolo decorativo che abbiamo visto sovente negli altri itinerari, e che presente anche qui) e quindi dalla mano dell’uomo. E’un edificio barocco, ben lontano dalla semplicità funzionale degli Arts and Craft da cui tutto il movimento delle centrali monumentali è partito: è ampio nelle dimensioni (due corpi laterali e una cupola), con edifici collaterali, come la casa del direttore e i magazzini e un sistema di chiuse per l’acqua (ora nelle vicinanze c’è una zona naturalistica che è accessibile dal parcheggio nelle vicinanze), riccamente decorato, molto colorato, assolutamente visibile. La sua presenza segnala la forza e la modernità dell’uomo. La vittoria della macchina umana sulla natura.
Da questo punto di vista lameno la natura in questo periodo si è presa una bella rivincita: l’acqua del Toce è arrivata sino a Verampio, la strada del Devero è allagata, contrariamente alle intenzioni di Portaluppi che voleva sposare bello naturale e umano, l’uomo ha fatto molti danni.
Su una nota più leggera, la mia ricerca storica sulla simbologia delle centrali di Portaluppi è appena apparsa sull’ultimo numero di QSC Quaderno di storia contemporanea, n.69,2021 e online c’è anche l’intervento da cui tutto è più o meno partito, gatta Pipisita compresa (il suo esempio migliore di catbombing).
Per arrivare a Crevola, si esce dalla superstrada per il Sempione all’uscita Crevoladossola, si ripassa sotto la superstrada e alla rotonda si prende a destra lungo via Edison, che termina direttamente davanti alla centrale (che tra l’altro si trova tranquillamente su Google Maps)