Di solito ci si dimentica del fatto che il lago di Garda ha… tre lati e che la punta è in Trentino.







Ecco Riva in tutto il suo splendore, anche se, anche qui, a qualche cosa abbiamo rinunciato perché le code ( e quindi la mancanza di distanziamento ) erano palesi. Abbiamo rinunciato al bastione panoramico sopra la centrale elettrica, su cui hanno costruito un ascensore panoramico che è in funzione, almeno in estate, sino alle 23.30, e viene illuminato con il tricolore. La spiaggia era piuttosto affollata e anche i locali più in voga nel centro storico. Abbiamo scoperto troppo tardi la strada del Ponale ( ma è una ragione buona per tornare) e abbiamo fatto invece la pedonale tra Riva e Torbole, che è parte pedonale, parte ciclabile… Luisa era sicura di averla percorsa con il suo ex compagno, io conoscendolo non ci avrei scommesso, e solo dopo essere arrivate al tunnel sotto il forte Garda – più o meno il confine tra le due località, ha deciso di tornare indietro ( e di andare a cenare a Torbole , nel suo delizioso centro storico, usando la macchina, che avevamo lasciato alle terme romane). Un consiglio: non so che itinerario vi fa fare Google maps, che ha idee tutte sue sul tragitto più diretto, ma i segnali stradali che che indicano la strada da Riva a Torbole sono come minimo illogici ( e voglio essere gentile: seguendo le indicazioni siamo finite praticamente ad Arco). Se passeggiate per la parte antica di Riva, cercate le vie del vecchio ghetto, che riporta in vita le tradizioni commerciali di una città di confine (prima di diventare una sorta di Riviera dell’Impero).
Un certo qual sapore tedesco nel tutto, e turisti a profusione.