Ci sono incontri inaspettati, che proprio per la loro natura difficilmente riescono ad avere una memoria fisica. I miei migliori incontri con gli animali, di solito , a meno che non fossero marmotte messe lì in posa – loro lo fanno – si sono consumati nello spazio di un attimo, troppo veloce per tirar fuori la macchina fotografica. Tutti quelli che conosco e che fotografano gli animali, o hanno delle foto trappole, o stanno ore in paziente appostamento. E in entrambi i casi hanno molto tempo, o sono professionisti
O e forse ho già raccontato, ho passato un inverno, una decina di anni fa ( già…) a seguire le tracce di una volpe , in Val d’Ayas, un poco sopra Bruzzone. Che ci fosse, me lo aveva confermato anche un maestro di sci
Lui invece aveva seguito le mie orme, di racchette, curioso di vedere chi fosse il misterioso racchettatore. Le orme di volpe erano sempre lì, fresche, ma mai che la misteriosa volpe sia fatta vedere. Scommetto che ci prendeva per i fondelli.

Io ho sempre amato i lupi . E come ho già detto, non mi fanno nessuna paura. Qui sui nostri Appennini si sente parlare continuamente di lupi, ma io non li avevo mai visti. Fino ad ora ( ora vuol dire fine gennaio 2020, molto prima della quarantena che ci tiene ora giustamente chiusi in casa, o quasi). È capitato in uno di quei pomeriggi in cui mi assaliva la voglia di muovermi ( capita, anche adesso, ma cerco di farmela passare, di solito facendo qualche forma di atletica indoor, perché ho troppo rispetto delle regole giuste, dei medici che danno l’anima negli ospedali, del cugino molto più giovane di me che ne sta uscendo faticosamente e del fatto, soprattutto, che ormai ho raggiunto l’età a rischio e non me ne capacito). In quei pomeriggi lì, dicevo, mi capitava di prendere la macchina e andare a zonzo nell’Appennino, senza una meta precisa, ma solo per restare a contatto con la natura.
Non vi do un preciso indirizzo, ma ero sull’alta Via dei Monti Liguri, tra Genova e Savona, nel bosco, quasi al tramonto e non era successo niente ma proprio niente degno di nota. Stavo anzi per tornarmene a casa quando ho sentito un rumore di rami spezzati e davanti a me è davanti a me quel che sembrava una specie di cane, ma girandosi verso di me , beh era chiaro che non lo era. Grosso, grigio, ha trotterellato per un po’ all’interno del sentiero e poi è risaltato all’interno della boscaglia. Quello che mi ha colpito, col senno di poi, è il silenzio. Non l’ho praticamente sentito arrivare, e dopo è ugualmente scomparso in silenzio.
Quelli a cui l’ho raccontato non hanno minimamente messo in dubbio il racconto; ho poi scoperto che tra la Val Borbera e il savonese gli avvistamenti sono stati numerosi. A domanda fatta più volte no, non ho avuto paura. Lui , o lei, non era palesemente interessato a me, ero in una zona di ripopolamento, quindi prede ne aveva sufficientemente senza fermarsi a considerare se potevo essere una buona merenda.

Non ho più trovato l’autore della foto- quindi se qualcuno legge e vede si faccia vivo. Era in un feed di Twitter, quindi pubblico, ma di solito come sapete io menziono gli autori, se li conosco.