
Non immaginavo una giornata così, onestamente. Avevo molta stanchezza addosso e un’altrettanta voglia di montagna . Così ho fatto troppo tardi per andare decentemente a Chamonix, e ho “ripiegato” su Cervinia (Mike Bongiorno perdonami). E , devo dire, non potevo essere più fortunata.
In effetti, avevo ricordi lontanissimi di Cervinia, di quando avevamo passato qualche stagione a Valtournenche con i miei. Ricordavo benissimo il nome e la collocazione dell’albergo, che infatti è ancora lì, sulla curva , chiuso e in vendita, con l’aspetto inequivocabile della decadenza. In compenso la casa dei Bich dove stavano gli Armano, era lì tale e quale. Ripeto, non avendo che dei ricordi lontanissimi, ho fatto come sempre in queste circostanze, cioè sono andata a naso. Lo so, avrei dovuto affrontare la cosa in maniera pianificata, leggere bene la cartina e la guida, che non ho, o almeno la cartina, che di sicuro ho fa qualche parte. Ma forse nemmeno, perché l’ultima volta risale agli anni Settanta ( e quando ci ho provato a tornare , ci si è messo di mezzo pure il Giro d’Italia)
Invece l’unica cosa che avevo controllato facendo lo zaino era stato il bollettino della neve.
Ho fermato Maggie, che sulle strade gelate è nel suo, nel primo parcheggio dove ho trovato un panorama interessante, a Perreres. E cartelli indicatori di sentieri. A fianco della casa vacanze dei salesiani c’erano il sentiero 107 per Cignana e il lago, e il n.1 per Cervinia o Valtournenche. Ho fatto tre passi e sono sprofondata. Avevo le plasticone Tsl, che van bene per me se non c’è troppo dislivello. Ovviamente non avevo nessuna intenzione di arrivare sino al lago, non solo perché avevo adeguatamente reso l’anima ai tempi ( salendo da Crepin, praticamente l’unica escursione che ricordo di aver fatto, insieme alla traversata dalla Croce di Carrel alle Cime Bianche, e relativa scottatura da ustione di primo grado), ma soprattutto perché non avendo ancora messo le racchette nella neve che non c’è non sapevo bene cosa aspettarmi. Magari non proprio di sprofondare, ma all’una e mezza c’erano almeno dodici gradi, e la neve era solida solo all’ombra. Ho comunque camminato per un paio d’ore, sfruttando una labile traccia, sono salita un pezzo per il sentiero del lago ( il resto era una poderale in falsopiano che poi scendeva verso Valtournenche) approfittando del tramonto del sole, e poi sono andata a Cervinia a prendere il caffè, a un’ora non proprio da merenda, ma nemmeno da après ski ( in realtà ho dovuto prenderne un altro a Donnas, dopo la consueta incursione al caseificio Evançon).
Ecco, il problema di Cervinia è Cervinia
Per certe brutte costruzioni da “ Italia dei geometri” ci vorrebbe la pena di morte, non me ne vogliano né la mia amica @ Elda Pozzi, né Laura @les Sans de Mavi, che tutte due hanno casa a Cielo Alto. Sono veramente brutte. Si vede a occhio nudo, dalla foto in basso. Di bello c’è, beh, la Becca e la possibilità di arrivare a casa sugli sci, come a Livigno, con le piste che arrivano veramente dentro casa. Folla relativa in paese, solito deserto dei Tartari fuori dalle piste battute dai gatti. Il che era esattamente quanto sono andata a cercare.