Dopo una settimana che non sto a raccontare, un pomeriggio ad Aosta tra la folla della fiera di St.Orso è quasi come scalare una montagna. E poi ascoltare le voci e vedere i volti , e sovente la passione, degli artisti/ artigiani ( specie dei ragazzi delle scuole che erano sotto i portici di piazza Chanoux) . Le sculture di Robert Pernettaz. I biscotti Bonne Vallée , che mi ringrazia sempre quando le dico che la metto sul sito. ( La proprietaria, non i biscotti – sarebbero una droga, se non dovessi scapicollarmi sino a Donnas per comperarli) . Rudy Menr e gli altri che ho imparato a conoscere tra Donnas e Aosta. La novità di quest’anno: sculture della tradizione reinterpretate con colori vivaci, cartapesta e giornali. Perché la tradizione va svecchiata e modernizzata, altrimenti si trasforma in museo e muore – dice l’autore Aldo Stella.
L’artigianato di tradizione è davvero una realtà bella e importante e non solo in Val d’Aosta. Magari è una buona idea fare un salto a Courmayeur per la Paqûerette – una vita che non faccio Pasqua da quelle parti – per la prossima fiera. Nel frattempo qui trovate l’elenco di tutti gli espositori e tante altre informazioni.

Ma se è gennaio, è anche il mese della Marcialonga, e qui la parte Roggeri Ariotti della famiglia si è distinta molto più di me. Quest’anno è stato molto più difficile seguire online i passaggi degli atleti, perché non c’era più il contachilometri in tempo reale . Soprattutto non c’era neve. E mi dicono, su quella riportata c’era pochissimo scivolamento.
Ad Aosta c’erano 12 gradi alle quattro e otto alle sette di sera. Avete presente i giorni della merla? Quest’anno sarà andata alle Maldive a cercare il fresco. A chi non crede ai cambiamenti climatici – lo so, sto diventando noiosa – ricordo che Tanaro e Bormida qui potevano gelare…