Montisola Attenti ai gatti
Se sei su un lago, la tentazione più forte è quella di navigarlo, o farci una nuotata ( e come sapete io sono molto amante del nuoto di lago). La seconda possibilità, data la stagione, non era praticabile – per quanto quella mattina facesse decisamente caldo- però la scoperta di Montisola, l’isola più grande che galleggia sul lago d’Iseo, ci ha regalato una bella giornata. Montisola è diventata famosa nel 2016 per The Floating Piers di Christo, la passerella galleggiante che la univa alla terraferma.

Dopo le migliaia di visitatori di quell’estate, l’isola è rimasta famosa, ma fortunatamente è tornata ad essere placida e un po’sonnacchiosa (o forse appariva così non in altissima stagione). Attenzione, non ci sono moltissime corse invernali da Lovere sulla Navigazione del lago d’Iseo (per orari, informazioni, tariffe ecc. http://www.navigazionelagoiseo.it/ ) per cui siamo partite da Sulzano per Peschiera Maraglio, che è il centro più importante dell’isola, con l’intenzione, se non di fare proprio il giro dell’isola, come suggeriva la pianta con gli itinerari, almeno di camminare abbastanza da avere un’idea generale del luogo. Considerando le nostre partenze bibliche siamo riuscite ad arrivare a Sulzano, trovare un parcheggio, pagarlo (sia lode a chi ha inventato le app), prendere i biglietti e saltare sul traghetto in tempo. Quasi miracoloso. Il viaggio è brevissimo, ed è impossibile farsi venire il mal… di lago.
Mentre aspettavo Lulu nel solo bar aperto di Peschiera (pause pipi) ho deciso che la giornata così bella meritava uno spriz e non la temibile brodaglia che prende il nome di caffè americano. Spriz buonissimo, per la verità. Così doppiamente rinfrancate abbiamo iniziato la strada pedonale che costeggia il lago. Sull’isola non ci sono auto, ma solo biciclette e scooter, degli abitanti, per lo più e un pulmino. Non avevamo l’intenzione di fare tutto il giro (9 km) o di salire al santuario, ma almeno di fare una passeggiata panoramica. Una leggera nebbiolina affiorava dalla superficie del lago, creando romantici controluce… Sarebbe piaciuto a Ruskin, nel caso ci fosse passato (e no, non lo so, se ci è passato). Finché con l’ora di pranzo incombente arriviamo al cartello stradale della foto. Attraversamento gatti. Tutti a pensare, ma no, ma dai, è una trovata turistica. Dall’altro lato del cartello c’è una trattoria, dall’aspetto promettente e alla fine ho consigliato Lulu di fissare il tavolo, e menomale, perché, al ritorno, il nostro era l’unico rimasto.
Comunque, mentre aspettavo fuori, ho notato il gatto sotto l’albero. Poi un altro. poi…una colonia intera (Colonia I gatti al sole, molto appropriato, erano tutti spapapanzati a panza all’aria). C’era anche il presepio, con le sagome, e un gatto – chiunque ne abbia uno sa che è facilissimo ritrovarlo al posto di Gesù bambino ( Pipisita aveva un’antipatia particolare per le pecore, di solito le trovavo sparpagliate per il corridoio – l’imperfetto si giustifica con il fatto che lei è viva e vegeta e io ho smesso di fare il presepio). Abbiamo poi saputo che i gatti sono in effetti una colonia censita dall’ Asl, la loro responsabile è la signora Elena del ristorante “La spiaggetta”, dove si mangia benissimo (solo a pranzo. Il fritto di pesce vale da solo una sosta). I gatti li trovate su Google Maps, hanno la loro pagina fb e c’è anche il bussolotto dove lasciare qualche soldino per il cibo.
Siamo comunque arrivate sino a Sensole, che è piccolo e molto pittoresco, e abbiamo fatto un pezzo di salita sino alla Rocca Martinengo. Poi siamo tornate indietro dai gatti e nel pomeriggio siamo tornate all’imbarcadero e ci siamo goduti i paesini della sponda bresciana del lago. L’isolotto di fronte a Montisola è dei Beretta – quelli delle pistole, non dei salumi: però a Montisola c’è un salumificio che fa cose molto interessanti…assaggiate anche quelle al ristorante, ma il punto vendita è vicino all’imbarcadero a Peschiera. Non proprio un posto per vegani, ma un’intera giornata senza auto, e senza respirare odori mefitici vale davvero il viaggio