Sabato ho avuto la certezza che il mio natio Mandrognistan si colloca, turisticamente parlando, nel terzo mondo.
Siccome la mia amica Luisa si lamentava , giustamente, che dalle nostre avventure estive non c’eravamo più viste ( avevo ancora da consegnarle il suo regalo di compleanno, che è stato un mese fa), ho altrettanto giustamente ceduto ad un suo invito ad andare con lei alla notte bianca della cultura a Brescia.
Ora, non credo che la maggior parte di noi pensi a Brescia come ad un luogo turistico. Per parte mia, ricordavo di esserci stata una volta o subito prima o subito dopo l’attentato del 1974, e poi ci ero forse fugacemente passata . Ma della città ricordavo appena piazza della Loggia.
Ebbene mi sbagliavo. Brescia è un luogo che ha moltissime cose da offrire oltre piazza della Loggia, che è comunque bellissima, e ora anche un luogo di memoria.
In primo luogo, l’organizzazione. Notte bianca della cultura significa non soltanto apertura dei musei e dei luoghi significativi, significa organizzare eventi, permettere la loro fruizione, anche con prenotazione, e perché no, organizzare il cibo e le bevande ( che sono un corollario, anche giusto e necessario, ma non il solo focus). Luisa non è riuscita a prenotare una visita che aveva in mente , ma:
Abbiamo visitato gratuitamente Santa Giulia, che è un gioiello, dove anche senza eventi e concerti , che pure c’erano, si fa il pieno di cose belle. Il percorso 1 mostra la Brescia Longobarda con Il monastero e la chiesa di Santa Maria in Solario, con la splendida croce detta di Desiderio; il percorso 2 i fortunati ritrovamenti romani, tra cui la Vittoria alata di bronzo. Da tener presente che la via dei Musei dove si trova Santa Giulia era il decumanus della Brexia romana, e poco più in là si trova l’affascinante parco archeologico, pure quello visitato gratuitamente, con il Capitolium, il teatro e tutta la parte sotterranea del foro, già originariamente su due livelli. Uno spettacolo.


L’unica cosa che ha un po’ spiazzato è stato il fatto che sia il duomo vecchio, sia il Duomo nuovo erano entrambi chiusi. Abbiamo però potuto partecipare ad una deliziosa visita guidata alla Biblioteca Queriniana, dove non solo erano visitabili le sale di lettura che sono parte del polo bibliotecario di Brescia, ma i bibliotecari a turno illustravano la storia e le opere d’arte ( e un giovane bibliotecario ci ha anche portato nell’edificio principale dove c’erano le toilette, perché questo capita alle signore anziane)

Popolo in giro: tantissimo. Molti bresciani, ma anche molti turisti ( Brescia per noi è relativamente vicina, da casa di Luisa anche di più e abbiamo scoperto che il parcheggio, sarà stato il sabato, la sera o cosa, in piazza Arnaldo da Brescia ci è costato quatto euro e mezzo per sei ore – nel natio Mandrognistan ci parcheggi venti minuti nella piazza principale) . Di sabato , movida ovunque: in piazza Arnaldo da Brescia, dove c’erano ragazzi e ragazze molto in tiro, nel piazzale antistante dove c’era il festival dello street food, in piazza Paolo VI e zone limitrofe, dove poi abbiamo cenato . E in giro anche due carampane, non proprio in età da movida, che però hanno fatto piacevolmente le due del mattino.
Perché vivo nel terzo mondo? D’accordo noi non abbiamo ruderi romani da mostrare, ma chiese romaniche, dipinti e affreschi interessanti e pure il ponte Mayer sì. Ma il museo del cappello, non si sa, il museo di Marengo boh, la Cittadella che da sola basterebbe per visitare la città, è fruibile a metà ed è sempre ad un passo dal degrado…