Il Tour de France bloccato dalla grandine e fa una grana improvvisa. Un pezzo del Monte Rosa che crolla sulla parete est. Un lago glaciale che scarica le acque su Zermatt. 42 gradi a Parigi. 45, nel cortile del mio istituto giovedì pomeriggio alle due.
Oggi piove. Qui, in montagna. Il natio Mandrognistan, a ora non più all’asciutto, ha conosciuto un lungo periodo di siccità- non lungo come nel 2003, ma da noi era tutto secco quando nei dintorni piove a dappertutto. Piove in pianura. Piove al mare. Temporali, grandine, nubifragi, pezzi di case che crollano, di chiese.
Il caldo scioglie il ghiaccio che tiene unite le rocce, un appiglio apparentemente solido si sfalda. Oggi due persone diverse in diversi contesti mi hanno detto ” non si deve andare in montagna ” non è più sicuro. Quindi il paradosso è, da un lato, che gli spazi per andare in montagna si restringono, per colpa dell’uomo, delle sue attività che inquinano, dei suoi regolamenti che cercano di metterci una pezza ( dopo il monte Bianco anche il Cervino si prepara al ” numero chiuso”); dall’altro la fruizione della montagna si massifica, i consumi turistici sono gli stessi dappertutto.
Il problema è che non ci vogliamo credere, al cambiamento climatico. Il problema è, con buona pace delle varie Grete e decrescite più o meno felici, che i nostri comportamenti individuali sono solo una parte del problema. Intendiamoci, risparmiare acqua, riciclare e consumare consapevolmente è una cosa ottima, ma lo scontro sul clima coinvolge la politica a e soprattutto l’intero nostro sistema economico. Quando affrontare il cambiamento climatico diventerà l’affare del secolo, vedrete che le soluzioni operative salteranno fuori
Qui vedete ben tre laghi Miage (foto di Elisabetta Merlo) e le nuvole sulla Noir
Proprio un paio di giorni fa ho scritto qualcosa di simile sul mio profilo FB, ossia che la Natura ci sta inviando dei messaggi, delle richieste d’aiuto, o forse ci sta minacciando, con tutti questi piccoli grandi disastri: frane, smottamenti, esondazioni.
Ma noi non riusciamo proprio a capire.
Comunque ben vengano le Grete varie, vedo che se ne parla sempre più spesso di salvaguardia dell’ambiente… almeno.
Anche se sono altri che dovrebbero parlare e, soprattutto, agire.
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Ho letto… ed è vero. O meglio, a fronte di una minoranza che capisce e si preoccupa sono i politici e i grandi gruppi che faticano a pensare al futuro ( che è anche quello dei loro figli, tra l’altro)
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ah, ho immaginato che fossi tu su FB 🙂
Il problema è che i politici sono mossi solo dal potere e dal guadagno, sanno che stanno distruggendo la Terra ma questo graverà sulle generazioni future e, nonostante questo, continuano purtroppo a fregarsene…
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